L’unica partita della Reggina di quest’anno, si gioca contro un avversario particolare. Franco Iacopino, uomo Reggina per eccellenza dopo 42 anni di militanza da dirigente, ha sposato la causa proposta da Santo Frascati, editore di Video Touring. Affrontare una malattia rara come la sindrome di Chops, che in Italia annovera quattro casi.
Tra questi casi c’è il piccolo Mario, un dolcissimo bambino reggino di tre anni. La sindrome comporta difetti cardiaci, coinvolgimento polmonare, displasia scheletrica, deficit di udito e vista ed altri disturbi.
Motivo per cui il Comune di Reggio Calabria ha messo a disposizione il Salone dei Lampadari all’interno di Palazzo San Giorgio, per la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa benefica. Si tratta di una serie di sette trasmissioni, interamente incentrate sullo straordinario percorso vissuto da Franco Iacopino all’interno della Reggina. Dagli inizi come portiere. Il ricavato delle sponsorizzazioni e delle donazioni spontanee, verrà devoluta alla Fondazione Chops.
Alla conferenza stampa, introdotti dal giornalista Michele Favano, sono intervenuti l’assessore Anna Briante, che ha evidenziato l’assenza di cure farmacologiche; il delegato Giovanni Latella, il quale vede sposata tale iniziativa con i 110 anni della Reggina; l’imitatore Pasquale Caprì, che ha improvvisato una gag con qualche suo cavallo di battaglia.
Il dottore Iacopino ha esordito così: “Questo salone mi ricorda il mio compagno di scuola, Italo Falcomatá. Che firmava un atto di grande coraggio, prendendosi la responsabilità di fare disputare la prima partita in Serie A con mezzo metro d’acqua nello spogliatoio”.
“I dirigenti del 1986 hanno dimostrato di essere i pionieri. Invito i giovani imprenditori di oggi a dare una mano al sindaco. La Reggina è un gruppo di famiglia, che comprende stampa e tifosi. Qui vedo tanti protagonisti come Sergio Campolo, Ivan Franceschini, Tonino Martino, Ivan Castiglia e Mimmo Tavella. Ho fatto l’accompagnatore ufficiale di Gabriele Martino, che da giocatore cercava l’ombra del campo – scherza Iacopino, con il compagno di mille battaglie presente in sala – Con il dottore Favasuli, in ospedale ero sempre tranquillo. Quante volte, nella cantina dell’amico Cambareri, andavamo a parlare di calcio”.
“Auguro alla Reggina un periodo giugno-luglio che non sia vissuto nelle aule di tribunale. Faccio questo soltanto per il bambino e per la solidarietà – ha sottolineato Franco Iacopino – Sono stato molto fortunato, spero di dare altri contributi solo ed esclusivamente come volontariato”.
Il direttore Gabriele Martino si è rivolto così all’ amico Iacopino: “A Franco non basterebbero 42 anni, per raccontare chi è stato nella Reggina. Se per una iniziativa così nobile è stato scelto lui, la dice tutta”. Poi è la volta di Lucio Dattola, ex consigliere d’amministrazione: “Nel 1986 volevamo fare piazza pulita, rispetto alla vecchia Reggina fallita. Ma tememmo solo Franco Iacopino e Mimmo Tavella. Ricordo quando andammo di notte, a visionare il terreno su cui realizzare il centro sportivo Sant’Agata”.
Toccante l’intervento da remoto della famiglia di Mario: “La Fondazione Chops nasce esattamente un anno fa, in seguito alla diagnosi di questa malattia rara per mio figlio Mario – ha spiegato la mamma Manuela, presidente della fondazione – La malattia può essere fatale, se non trattata adeguatamente nei primi anni di vita. È partito un progetto farmacologico, a Boston c’è un bando da 200.000 dollari. Siamo soltanto all’inizio. Questo progetto mi riempie di gioia. Le organizzazioni no profit si fondano sulle donazioni”.
“Chiunque sia il destinatario del marchio, è un fiore all’occhiello che non deve appassire”, ha poi ammonito il dottore Iacopino sulla nota vicenda identitaria.
Significativo anche l’intervento del primo cittadino Giuseppe Falcomatá: “Queste iniziative coniugano sport e solidarietà, con la storia di questa città. Ringrazio la famiglia del piccolo Mario, che sta portando questo fardello con il sorriso. Colgo l’occasione per ringraziare Santo Frascati, che ha suggerito la donazione alla fondazione Chops”.
“La Reggina è un patrimonio collettivo e identitario. Ed è un bene comune. Quindi di tutti e di nessuno. Credo che la Reggina debba continuare ad essere un patrimonio della città. La storia va messa in sicurezza. Quel che racconterà Franco Iacopino in questa serie, è un esempio di volontà per superare gli ostacoli oggettivi. La storia della Reggina ci dice che un gruppo di persone di Reggio, senza certezza per il futuro, hanno investito sulla città – ha avvertito Falcomatá – Lavorando per offrire una immagine positiva della città. Guardando oltre”.
Il Sindaco Metropolitano ha insistito sulle vicende di attualità: “Non vogliamo abituarci alla mediocrità. La Reggina ha mosso l’economia del territorio. Bisogna riflettere sulla Reggina come patrimonio collettivo. Le infrastrutture locali sono tra gli elementi che possono favorire la ricostruzione. La città sarà ed è presente in questo percorso. Non solo come proprietaria degli impianti. Ma anche per la fase delicata del recupero della storia, nonché per la costruzione di basi solide per il futuro”.