“Le politiche di coesione dell’Unione europea sono le politiche economiche che comprendono i programmi di investimento diretti a finanziare progetti che hanno lo scopo di ridurre le differenze territoriali e sociali per “cambiare in meglio” il contesto in cui vivono le persone.
Per queste ragioni devono tradursi in maggiore opportunità per migliorare le condizioni dei territori svantaggiati e per dare una risposta ai problemi delle nuove generazioni del Sud.
Nel nuovo Parlamento europeo dovremo impegnarci e ci sentiremo soddisfatti del lavoro svolto solo quando saremo in grado di garantire ai nostri ragazzi maggiori occasioni occupazionali, di crescita e confronto”.
Così l’eurodeputata del gruppo Ecr-Fratelli d’Italia Chiara Gemma in vista delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno prossimi.
“Come la stessa commissaria per la Coesione e le riforme dell’Ue Elisa Ferreira ha ribadito più volte, – spiega Gemma – sarà possibile contrastare la fuga dei cervelli dalle aree deboli se si lavorerà congiuntamente con le città e con le regioni del Sud italiano ed europeo.
Le politiche di coesione sono la più grande risorsa per il futuro e il presente degli Stati membri dell’Ue in quanto se lo strumento verrà utilizzato con correttezza potrà garantire equità nelle regioni di tutta l’Europa.
Dobbiamo insistere sulle competenze da affinare e investire nel mercato europeo, – sottolinea l’eurodeputata – consapevoli delle nuove esigenze dettate dalla società del digitale, dell’intelligenza artificiale e dell’informazione. È questo uno dei nodi delle politiche di coesione che non significano solo sviluppo, ma anche e soprattutto capitale umano, senza il quale non si scrivono e ne si realizzano i progetti.
Il report della commissione Ue sulla coesione evidenzia un alto rischio di decrescita nel Sud Italia che risulta così sguarnito delle competenze e delle capacità idonee a smuovere il capitale umano a livello locale, è questa tendenza che dobbiamo assolutamente invertire.
Per garantire giustizia sociale, prevenire e ridurre le disparità, – conclude Gemma – dobbiamo prepararci ad affrontare le sfide del futuro investendo di più nella formazione e nella ricerca e nelle attività educative e del volontariato”.