“La Pasqua è il cuore di tutto il progetto di Dio e segna la vita di tutto il mondo, della umanità intera. È davvero questo grande principio di rinnovamento della storia, di trasformazione, di ricreazione della storia”. Così il Vescovo, monsignor Serafino Parisi, nel corso della Santa Messa della Veglia di Pasqua che ha presieduto in Cattedrale.
“In questa notte – ha aggiunto monsignor Parisi – tutta l’umanità riceve vita. Questo è il grande annuncio che viene fatto a noi questa sera. Quando noi diciamo che il Signore è risorto, esattamente, diciamo che Dio Padre ha realizzato la sua opera di salvezza. Quella che era stata pensata dall’eternità. Il percorso che abbiamo fatto questa sera attraverso le letture dell’Antico Testamento e poi del Nuovo Testamento ci ha introdotto in questo grande dinamismo di Dio che già dal giorno della creazione, cioè da quando ha pensato e realizzato la creazione del mondo, degli uomini, degli animali, aveva pensato per noi il momento della redenzione, il momento della Pasqua”.
“La carne dell’umanità – ha proseguito il Vescovo – è segnata indelebilmente da queste ferite che sono la prova, qualora fosse servita, della nostra fragilità, del nostro limite. Sono la prova della nostra capacità di far prevalere tutto ciò che è egoistico, portatore di morte per noi e anche per gli altri. Perché questo è il peccato dell’umanità: le morti continue, le sofferenze continue dell’uomo sono l’espressione della nostra finitudine che si riversa su se stessa. E, mentre l’uomo si chiude su se stesso, cioè è incapace di aprirsi, sperimenta la schiavitù. E, allora, la Pasqua è liberazione da tutte le nostre schiavitù, da tutti quegli anfratti nei quali noi a volte ci cacciano, immaginando di stare sicuri ed invece siamo oppressi da noi stessi . Siamo noi che chiudiamo in catene il nostro cuore, le nostre potenzialità, la forza che viene da Dio che però non può essere incatenata – lo dice Paolo – e allora viene liberata totalmente ed esplode l’alleluia della Pasqua. Ecco perché questa notte è la notte della creazione nuova, della ricreazione dell’umanità: è Dio, cioè, che impegna tutto se stesso a ricostruire l’uomo nuovo, l’uomo redento che porta ancora le tracce delle ferite che segnano la carne, però quelle ferite si trasformano in occasione di vita nuova”.
“La veglia della Pasqua – ha aggiunto monsignor Parisi – è esattamente questo: la forza della vita che non tiene conto della morte. Certo, la morte fa paura c’è, rimane, ma non vince. La morte c’è ma è sconfitta ed è sconfitta dal Signore risorto. Ora, questo annuncio della Pasqua non è semplicemente una dichiarazione che mette nella nostra vita un pizzico di ottimismo. La notte della Pasqua non mette nemmeno nella nostra vita la speranza che non è una strategia, è un principio di vita nuova e con questo principio noi entriamo dentro la storia per dire che le varie fosse che accolgono sepolcri, quelle costruite da altri o quelle costruite da noi, possono trasformarsi in occasione di vita. Questa è la Pasqua: l’occasione della vita, cioè imparare a vivere secondo lo stile di Dio che incontra il male e lo redime, che incontra la morte e da la vita, che incontra l’ingiustizia e mette la giustizia, che incontra la guerra e dona la pace. Ma tutto questo è messo nelle nostre mani”.
“In forza del battesimo – ha concluso il Vescovo – , siamo costituiti sacerdoti, re e profeti per cui il dinamismo della Pasqua, quella tomba trovata vuota, quella domanda ‘ma perché cercate tra i morti Colui che è vivo?’, passa nelle nostre mani, nelle nostre vite, nella nostra esistenza, perché anche noi passando nel mondo possiamo essere organizzatori di speranza, cioè coloro che concretamente si danno da fare perché tutte le ferite della storia possano essere sanate dalla morte e dalla resurrezione di Gesù Cristo, tutte le schiavitù possano essere redente e liberate dalla morte e dalla risurrezione di Gesù Cristo. Questo è l’augurio allora che faccio a me e faccio ad ognuno di voi che cioè questa Pasqua sia davvero l’inizio del risveglio storico, concreto, dei credenti nel mondo che con la forza della speranza alimentano la storia per trasformare tutte le morti in vita, vita vera, vita nuova, vita eterna”.