Il governo deve fare in modo di pagare “senza ulteriori ritardi” le somme dovute a decine di creditori dai Comuni insolventi e dalle aziende pubbliche in difficoltà, ad esempio l’Anas, così come stabilito dai tribunali nazionali e richiesto anche da diverse sentenze emesse contro l’Italia dalla Corte europea dei diritti umani. La richiesta è stata formulata oggi dal comitato dei ministri del Consiglio d’Europa il quale, in un comunicato, “nota con preoccupazione la mancanza di progressi tangibili nella risoluzione” del problema e chiede a Roma di fornire informazioni concrete su come intende procedere entro il 30 settembre.
La maggior parte dei casi su cui la Cedu si è pronunciata sin dal 2013 riguarda Comuni e aziende del centro sud. Uno dei ricorsi era per i debiti che la città di Roma aveva contratto con l’Aventino Frutta Arl.
Nel gruppo ci sono anche diverse aziende sanitarie, come quelle di Salerno, Crotone, Reggio Calabria, che non hanno pagato i servizi di diverse imprese. Alcuni ricorsi a Strasburgo sono contro i mancati pagamenti da parte del Consorzio Generale di Ricostruzione (Co.Ge.Si).
C’è inoltre un numero piuttosto alto di fascicoli che riguardano il mancato pagamento degli onorari degli avvocati. Alcune delle persone che si sono rivolte a Strasburgo hanno dovuto attendere più di 20 anni per una decisione da parte dei tribunali italiani in loro favore, anche se la media è di 7, 8 anni.
Ma le decisioni e le sentenze non hanno poi portato al pagamento di quanto dovuto, che in alcuni casi ha superato i 40mila euro, soprattutto nei casi riguardanti espropri. Ora il comitato dei ministri considera che sia arrivato il momento per l’Italia di mettere ordine in questa questione, e ha deciso di trasferire tutti i fascicoli dalla procedura standard a quella rinforzata, che ha lo scopo di consentire di seguire da vicino i progressi dallo Stato per eliminare le violazioni e di facilitare gli scambi con le autorità nazionali.