Per il Tribunale di Cosenza non vi è riscontro di condotte specifiche del Manna che
abbiano concorso allo scioglimento del consiglio comunale.
“Rigetta la domanda diretta ad ottenere la dichiarazione di incandidabilità di Manna
Marcello”: è questo il dispositivo del provvedimento emesso dal Tribunale di Cosenza,
sul ricorso promosso dal Ministero dell’Interno, rappresentato dall’Avvocatura
distrettuale dello Stato di Catanzaro, teso ad ottenere la declaratoria di
incandidabilità di Marcello Manna, di cui all’art. 143 d.lgs. 267/2000, comma 11, in
quanto ritenuto responsabile dello scioglimento del Comune di Rende.
In pratica, l’accoglimento del ricorso del Ministero dell’Interno avrebbe impedito a
Marcello Manna di candidarsi alle elezioni per la Camera dei deputati, per il Senato
della Repubblica e per il Parlamento europeo nonché alle elezioni regionali,
provinciali, comunali e circoscrizionali, in relazione ai due turni elettorali successivi
allo scioglimento del Comune di Rende.
Marcello Manna si è costituto nel relativo giudizio, col patrocinio dell’avvocato
amministrativista Giuseppe Carratelli, contestando tutte le accuse mosse dagli
organi ministeriali, depositando copiosa documentazione volta a dimostrare che
l’azione amministrava della giunta guidata da Marcello Manna ha avuto come
obiettivo primario la tutela del territorio e dei cittadini del Comune di Rende, nel
pieno rispetto della legalità.
Il Tribunale di Cosenza ha effettivamente sposato la linea difensiva di Manna,
evidenziando l’assenza di condotte idonee a far presumere un asservimento del
Comune di Rende alle pressioni della criminalità organizzata, su tutti i punti esposti
nella relazione prefettizia da cui è scaturito lo scioglimento del predetto ente locale.
Nei prossimi mesi verrà discusso, al TAR del Lazio, il ricorso promosso da Manna ed
altri amministratori del Comune di Rende avverso lo scioglimento disposto dal
Presidente della Repubblica su impulso dei vari organi del Ministero dell’interno.