Al via a Catanzaro, dinanzi alla Corte d’Assise, il processo sull’omicidio di Maria Chindamo, la commercialista e imprenditrice rapita dinanzi al cancello della sua tenuta agricola a Limbadi (Vibo Valentia) il 6 maggio 2016 e poi uccisa e, secondo l’accusa, data in pasto ai maiali. Sul banco degli imputati, nell’ambito dell’oper
azione Maestrale-Carthago della Dda di Catanzaro, c’è Salvatore Ascone, 57 anni, di Limbadi.
Alla prima udienza assiste anche il fratello di Maria Chindamo, Vincenzo, che si è soffermato con i cronisti parlando – riporta l’Agi – di “giornata importante che attendevamo da tantissimo tempo e devo dire che abbiamo creduto sempre che prima o poi si arrivasse a all’inizio di un percorso giudiziario”.
Vincenzo Chindamo ha poi aggiunto: “Non siamo stati mai fermi, abbiamo sempre collaborato con la giustizia raccontando le cose che conoscevamo della vita di Maria e le cose che abbiamo conosciuto dopo la scomparsa di Maria. Abbiamo trovato sempre una procura con le porte aperte, una procura pronta ad accoglierci, ad ascoltarci, anche nei momenti un po’ piu’ difficili, quando non avevamo notizie, quando non sapevamo niente”.