“E’ un’operazione congiunta – ha detto il Procuratore Bombardieri incontrando i giornalisti in questura – che focalizza le attivita’ e le dinamiche criminali del quartiere ‘Gallico’, che negli ultimi anni e’ stato oggetto di contesa, anche con gravi episodi di sangue, per il comando sul territorio tra vari personaggi legati alla ‘ndrangheta, con precedenti di polizia e penali”.
Per gli inquirenti, “da un lato emerge il tentativo di espansione delle cosche di Archi verso nord, che puntano su uno degli arrestati, Domenico Mariano Corso, a seguito dell’arresto di Antonino Crupi, nel luglio del 2018, dall’altro, il tentativo di Francesco Catalano, assassinato il 14 febbraio del 2019, di imporsi al vertice del ‘locale’ di Gallico”.
Un tentativo, quello di Francesco Catalano, finito con il suo omicidio, i cui responsabili, Domenico Mariano Corso e il rumeno Zlatan Costel sono stati, secondo le indagini, individuati grazie alle indicazioni dei pentiti e ai sistemi di sicurezza passiva – centinaia di telecamere – che hanno permesso l’identificazione dell’autovettura del commando omicida. Zlatan Costel, subito dopo l’omicidio di Francesco Catalano, era scappato dall’Italia in Inghilterra, dove la scorsa notte e’ stato arrestato. ”
E’ una indagine non isolata atomisticamente – ha sottolineato il Procuratore Bombardieri – poiche’ e’ parte integrante delle operazioni ‘Epicentro’ e ‘Malefix’, da dove emerge la caratteristica ‘archicentrica’ (dal quartiere Archi ndr) della ‘ndrangheta reggina, e da dove emerge la figura di Luigi ‘Gino’ Molinetti, che punta su Mariano Domenico Corso e Rocco Marconese per allargare la sua influenza criminale vero Gallico, nonostante la contrarieta’ degli esponenti di spicco della cosca De Stefano, come Carmine e Giorgino De Stefano”.
Per il procuratore aggiunto Walter Ignazitto, “l’indagine definisce una ‘ndrangheta piu’ fluida, dialogante tra le varie cosche, anche con gli ex ‘nemici’, con l’obiettivo di aggredire il controllo del territorio e la cospicua vitalita’ economica del quartiere ‘Gallico’, a partire dai centri scommessa, al controllo della distribuzione alimentare, dall’usura, alla logistica, al sostegno delle famiglie dei sodali carcerati attraverso l’imposizione di tangenti, un panorama scandito dagli omicidi di Pasquale Chindemi e Francesco Catalano”.
Nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare i dettagli dell’operazione sono intervenuti il capo della squadra mobile Alfonso Iadevaia, il dirigente della Sisco, Giuseppe Izzo, il comandante del reparto operativo dei carabinieri, tenente colonnello Antonio Merola e il comandante del reparto investigativo, tenente colonnello Valerio Palmieri.