“Ecco che cosa ho pensato: affinché l'avvenimento più comune divenga un'avventura è necessario e sufficiente che ci si metta a raccontarlo” - Jean-Paul Sartre
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Quei reggini scomparsi sull’altopiano del Carso dopo l’8 settembre del 1943

I massacri delle foibe sono stati degli eccidi ai danni di militari e civili italiani, avvenuti durante e subito dopo la seconda guerra mondiale da parte dei partigiani jugoslavi e dell’OZNA. Tra essi migliaia di istriani e triestini, italiani ma anche slavi, antifascisti e fascisti che vennero giustiziati e gettati nelle cavità rocciose dell’altopiano del Carso. In quel triste elenco anche dei reggini, sia essi militari che civili. Tra il 1943 e il 1947 morirono oltre diecimila italiani nelle foibe. Ogni 10 febbraio l’Italia celebra il Giorno del Ricordo in memoria di quelle vittime. È una delle pagine più tristi della storia della Penisola italiana. Ogni 10 febbraio viene commemorato il ricordo di quelle migliaia di istriani e triestini, italiani ma anche slavi, antifascisti e fascisti che vennero giustiziati e gettati nelle cavità rocciose dell’altopiano del Carso, tristemente conosciute come Foìbe. La Giornata del Ricordo commemora anche l’esodo giuliano-dalmata ed il dramma umano e sociale scaturito da quelle tristi vicende. A tal riguardo sono state catalogate circa 1700 aree, ma il numero di quei morti non è quantificabile, secondo alcune stime esso supererebbe le dieci mila unità. Tra le vittime innocenti figurano anche diversi reggini, sia essi civili che militari. Tra le tante vittime vi furono anche dei reggini, anche se di molti non si hanno notizie, ne

risultano presenti iscritti in tali tristi elenchi. Il Circolo Culturale “L’Agorà” con questo reportage intende ricordarne i per fatto di onestà nei confronti di tutti i reggini caduti, ripetesi, solo per la loro diversità storico-politica.

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