“Ricordiamoci chi ha gettato il seme di questa riforma: fu la sinistra, con la riforma costituzionale del Titolo V nel 2001. Ora, tramite questo ddl, inquadriamo e valorizziamo questa autonomia, collegandola strettamente ai diritti di cittadinanza e ai servizi essenziali, garantendo che questi non dipendano più dalla spesa storica ma siano finanziati e assicurati sulla base dei fabbisogni standard delle popolazioni”.
“Parliamo di diritti alla salute, alla casa, alla scuola, al tempo libero, alla possibilità di spostarsi agevolmente, al lavoro. E anche – ha proseguito – di quelli che riguardano il futuro dei nostri figli: la sostenibilità, l’ambiente e la bellezza che creano nel tempo ricchezza nei territori. I pilastri della nostra società. Lo Stato ha già delegato la maggior parte di questi servizi essenziali nel corso dei decenni passati agli enti territoriali e ciò è avvenuto senza neanche definire i LEP e con finanziamenti trasferiti sulla base della spesa storica. Chi teme quindi che il paese si possa spaccare per questa riforma può dormire sonni tranquilli: il provvedimento che oggi licenziamo non vuol dire un allontanamento dal principio di solidarietà nazionale. Certamente noi vigileremo affinché i LEP vengano effettivamente garantiti, così come stabilito dalla Costituzione, non solo attraverso la loro puntuale definizione, ma anche con il loro effettivo finanziamento. E sono orgoglioso per aver presentato a mia prima firma emendamenti di Forza Italia che poi sono stati approvati, in cui si prevede che le intese non pregiudichino l’entità e la proporzionalità delle risorse per le regioni che non hanno richiesto l’autonomia e definiscono chiaramente le materie per i livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio nazionale, con l’inserimento di una clausola di salvaguardia dell’unità nazionale”, ha concluso.