“Mentre la regione Calabria programma il raddoppio dell’unico inceneritore esistente sul territorio e “implora” il Governo per la costruzione del rigassificatore sempre a Gioia Tauro, arriva la notizia dell’esistenza di un “vulcano sottomarino” che riversa liquami non trattati a poche decine di metri dalla costa. Non possiamo dirci sorpresi perché ormai sono anni che numerosi cittadini e comitati denunciano l’inquinamento del litorale tirrenico, né ci sorprende che ormai queste “irregolarità” vengano rese pubbliche solo grazie all’intervento della magistratura. È chiaro che nessun altro si è dimostrato in grado di vigilare sulla nostra salute. Quello che stupisce è la pervicacia con cui si cerca di distruggere un territorio meraviglioso e l’assoluto disinteresse mostrato per le sorti di chi abita queste terre”. Lo dichiara in una nota il CMDT – Coordinamento dei Movimenti per la Difesa del Territorio.
“I liquami che finiscono in mare non sono certo una novità in Calabria, – prosegue la nota – esistono problemi strutturali per cui molti comuni ancora oggi non risultano attaccati ai depuratori. Ciò è reso evidente anche dall’ordinanza regionale dello scorso 5 marzo, dove la stessa Regione dispone l’efficientamento dei depuratori nelle province di Catanzaro, Cosenza e Vibo, con uno stanziamento di 2,4 milioni di euro.
Ci si chiede quando interverranno le Procure reggine, come già stanno facendo quelle di Lamezia Terme e Vibo, che hanno sollecitato l’operazione Deep e Deep 1, dalle quali emerge una situazione allarmante, sia sotto il profilo microbiologico sia chimico, delle acque anche nella provincia di Reggio Calabria”.
“Nonostante la gravità del problema, – conclude la nota – depuratori e condotte non sembrano destare grandi attenzioni: basti pensare che i Ministeri dello Sviluppo economico e del Turismo dedicano al Mezzogiorno solo una quota stringata delle risorse stanziate dal PNRR, tra il 25% e il 28,6%, rimanendo ben lontana dalla prevista “Quota Sud” del 40%!
Auspichiamo che si proceda con solerzia al sequestro della condotta in questione per impedire ulteriori danni, e al contempo che si aumentino i controlli su tutto il sistema della depurazione nella nostra regione, che troppo spesso rappresenta una fonte di disagio e preoccupazione per i cittadini calabresi”.