“Dopo più di dieci anni di commissariamento e i continui tagli, la sanità calabrese vive situazioni di disagio e gravi carenze.
Anche quando c’è stata disponibilità di risorse, senza contare anche quelle previste dal PNRR, il governo regionale non ha inteso utilizzarle per garantire un diritto costituzionalmente sancito. A farne le spese SSN e cittadini.
Paradossale quanto accaduto nella piana di Gioia Tauro: nel pubblico è quasi impossibile fissare un appuntamento in tempi ragionevoli, salvo poi venire a sapere che il medico c’è e che potrebbe visitare regolarmente.
Ovviamente, il problema sta tutto nel fatto che il sistema di prenotazioni è fallace e il cittadino, se può permetterselo, si rivolge al privato
Quanto tempo dovrà ancora passare prima che il governo tolga l’assurdo tetto delle assunzioni nella sanità pubblica e la smetta di alzare il tetto di spesa nelle prestazioni dei privati.
La carenza di personale nella sanità pubblica è evidente a più latitudini e in un sistema come il nostro, già provato da dissesti, scandali e commissariamento infinito, lo stato di emergenza è praticamente continuo.
Nella sanità calabrese non si vedono all’orizzonte quindi né quantità né qualità. Manca personale medico e infermieristico, manca la professionalità e non sono rari purtroppo i casi in cui ə pazientə si trovano ad affrontare vere e proprie odissee.
Terribile la vicenda raccontata su Cosenza 2.0 di una donna umiliata durante il parto all’Annunziata.
E cosa ne pensa il nostro Presidente di Regione (nonché commissario per la sanità) a proposito dei tagli previsti? Come farà a mettere in atto le tanto urlate riforme del sistema sanitario? Come Partito della Rifondazione Comunista calabrese chiediamo chiarezza su come Occhiuto intenda muoversi per difendere il diritto alla salute dei suoi cittadini.
Il governo Meloni, sulla scia dei governi precedenti, continua a smantellare la sanità pubblica, favorendo il privato. Non un passo indietro invece ai finanziamenti guerrafondai: 1 miliardo è finito direttamente in Ucraina per gli aiuti militari.
Un altro miliardo e 600 milioni è il costo previsto per portare al 2% del PIL la spesa militare italiana.
Scegliere questo agire politico significa non avere rispetto della nostra Costituzione che ripudia la guerra e tutela la salute!”.
Così afferma in una nota Angelica Perrone, responsabile sanità e violenza di genere Partito della Rifondazione Comunista Calabria.