“È fondamentale chiedersi oggi quale sia stato lo scopo di predisporre nella nostra città un Piano della Sosta. Più di una potrebbero essere le ipotesi: Agevolare il trasporto pubblico? Promuovere il car sharing e tutte le altre forme di mobilità green? Evitare, per quanto possibile, l’accesso in città di automobili provenienti dai dintorni? Garantire una continua alternanza dei veicoli con soste temporanee?
Ricordiamo tutti che il Comune ha firmato una convenzione con Saba. Pertanto, immagino, e sottolineo immagino, che quest’ultima abbia ritenuto che l’impegno nei suoi riguardi da parte del Comune non fosse quello di agevolare il parcheggio su strada. Quando avete approvato il Piano della Sosta, favorendo il personale della Questura, era ovvio che si sarebbe verificata, prima o poi, una situazione in cui tutti si sarebbero sentiti autorizzati a rivendicare lo stesso privilegio. Tutti i lavoratori, infatti, sono a servizio della collettività.
Il Piano della Sosta di Cosenza, a questo punto, si rivolge e pesa economicamente solo sui pensionati, sui giovani, sui disoccupati e sui giornalisti di testate locali.
È evidente che non avrebbe risolto il problema dei parcheggi selvaggi e fissi nelle zone a traffico limitato e non solo. Noto costantemente soste diurne e notturne nelle solite vie note, tra le tante cito via Adua e Santa Teresa. Inoltre, con l’introduzione della “situazione di urgenza” il caos e la discrezionalità saranno ancora più evidenti. L’urgenza non è per sua natura una condizione stabile nel tempo, come, invece, lo è un pass con durata annua.
Mi domando ancora se pensare prima in modo diverso dagli altri possa servire, a volte, ad evitare problemi più gravi poi”. Lo afferma in una nota la consigliera comunale di Cosenza, Alessandra Bresciani.