“Quindici euro per dodici ore di lavoro, di quello faticoso e durissimo nei campi. E’ questo il prezzo dello sfruttamento nel 2022, una realtà inquietante che si staglia davanti agli enormi passi in avanti della tecnologia anche a sostegno delle pratiche agricole e soprattutto alla normativa improntata nella direzione della tutela e della sicurezza dei lavoratori. Ancora una volta a richiamare l’attualità di fatti drammatici come quelli emersi tra le province di Cosenza, Matera e Crotone è l’operato delle forze dell’ordine e della magistratura che hanno portato all’arresto di 15 persone accusate di sfruttamento del lavoro, minacce ed estorsioni. Ma quello che colpisce e deve fare riflettere è che le indagini sono scaturire dalle denunce dei lavoratori”. E’ quanto afferma il segretario generale della CGIL Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese.
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“Il coraggio dei lavoratori sfruttati e minacciati richiama tutti alle proprie responsabilità: le istituzioni, le forze politiche e i sindacati – afferma ancora Scalese -. Alla risposta giudiziaria messa in campo in seguito alle denunce, deve corrispondere un impegno finalizzato alla prevenzione alimentato dalla capacità di ascolto e di intervento. Un monitoraggio civico che deve influire sulla cultura del rispetto: ne va della dignità delle persone che lavorano che non possono considerate solo come unità di produzione. Ciascuno per la propria parte, insomma, deve intervenire sulla capacità di ascolto per captare il disagio e la paura, affiancando con coraggio chi denuncia. Anche questo è un dovere civico e un contrasto allo sfruttamento”.