di Paolo Ficara – L’ennesimo weekend senza Reggina ha visto disputarsi, in Serie B per la prima volta in questo secolo, il derby Catanzaro-Cosenza. Ci sembra l’occasione giusta per rammentare come negli ultimi trofei internazionali vinti dall’Italia, fossero presenti due titolari figli del Sant’Agata: Simone Perrotta nel Mondiale 2006 e Giovanni Di Lorenzo ad Euro 2020. Giusto per ricordarci chi eravamo e dove dobbiamo ambire a tornare. Quando la lucidità prenderà il posto di frustrazione, rabbia e lotte intestine.
Oggi siamo costretti a guardare gli altri nel campionato che era di nostra competenza. Il destino della Reggina passa ancora dalle aule di tribunale. Almeno in termini virtuali, dato che l’udienza di domani 27 novembre in Corte d’Appello circa i ricorsi di Brescia, Agenzia delle Entrate ed Inps è di tipo cartolare. Significa che non verrà effettuata in presenza.
Stessa udienza che era in calendario per fine settembre, e di cui è stato disposto il rinvio dopo aver riservato la decisione. Infatti due delle parti in causa non avevano depositato alcun atto: il Brescia e la Reggina.
Il sodalizio amaranto non aveva presentato alcuna memoria difensiva. E non è detto che la musica sia cambiata, nel frattempo. Ufficialmente le quote sono tornate in mano ai cugini lametini Felice Saladini ed Angelo Ferraro: un momentaneo cambio di proprietà, quello del luglio scorso, sul quale permangono ombre.
Di fatto, la Reggina 1914 appare in stato di abbandono. Non rappresentata. D’altronde, non risulta alcuna protesta ufficiale nemmeno per l’esproprio del centro sportivo Sant’Agata. Eppure la Città Metropolitana ha di fatto rescisso unilateralmente la concessione fino al 2040 con un privato, per assegnare momentaneamente la struttura ad un altro privato. Senza che venissero sgomberati i beni materiali – coppe, sedie, scrivanie, palloni ed altro materiale sportivo – appartenenti alla Reggina stessa.
Il tutto nel silenzio dell’intera città di Reggio.
Anche per l’udienza cartolare di domani, non c’è pronostico bensì le solite tre opzioni. O l’accoglimento di uno o più ricorsi, che determinerebbe il fallimento a distanza di qualche settimana; o la bocciatura dei ricorsi; oppure un nuovo rinvio.
Esiste anche la quarta opzione, eventualmente propedeutica alla seconda. Anche con una bocciatura dei ricorsi da parte della Corte d’Appello, il commissario giudiziale Francesco Aricò ha comunque il compito di segnalare eventuali irregolarità nell’esecuzione del piano di omologa. In quel caso, ad oggi solo una mera ipotesi, il Tribunale di Reggio Calabria dovrebbe comunque decretare il fallimento.
Destino, dunque, ancora intricato per la Reggina e per ciò che si porta appresso pur non giocando, ossia storia ed identità. La Calabria non ha al momento la propria stella, sul campo. Per non vivere troppo a lungo di passato e di ricordi, dobbiamo sperare che tra Reggio e provincia esista un tifoso ricco che abbia in animo di far brillare questa stella.