“Dopo la presentazione del libro di Giuseppe Scopelliti a Piazza Duomo “Io sono libero”, oltre i grandi consensi, rimpianti e affezioni, sono arrivate alcune critiche da parte di sostenitori dell’amministrazione attualmente al governo della città. Critiche per lo più silenti, a mezza voce, volte a ricordare ancora una volta, come un disco rotto, che la causa del debito Comunale ha un unico comune denominatore: Giuseppe Scopelliti. Chi scrive, da ex Segretario della Sezione di Sbarre del PD, ha vissuto attivamente la stagione della campagna elettorale comunale 2014 e dei due mandati, l’ultimo ancora da concludere, di Falcomatà, ad oggi sospeso. Per spiegare la situazione del debito bisognerebbe ritornare agli studi fatti negli anni precedenti al 2014, alla richiesta da parte di più di un soggetto del Partito Democratico, con dossier annessi, che il giovane Giuseppe, una volta insediatosi Sindaco, avrebbe dovuto dichiarare il dissesto comunale, tenendo la città economicamente bloccata per 5 anni, ma immediatamente dopo ritornando a parità di bilancio, senza debiti e con un progetto di città, quello del modello Reggio, probabilmente ancora parzialmente in atto. E’ vero che dichiarare il dissesto avrebbe portato i cittadini a pagare il massimo delle tasse nel quinquennio successivo, ma è anche vero che ciò sta accadendo dal piano predissesto della terna Commissariale che subentrò a Demetrio Arena e dura tutt’oggi, l’unica vera sostanziale differenza sarebbe stata l’assenza di remunerazione dei ruoli dello staff nominati dal Sindaco, per quel quinquennio, in maggioranza oggi già dall’altro lato. Detto ciò, sorge una domanda: perchè condannare una città all’oblio e continuare a puntare il dito contro Scopelliti continuando sempre a mettere la polvere sotto il tappeto, piuttosto che intervenire in maniera diretta sul problema principale dell’eredità delle precedenti amministrazioni, che già dall’amministrazione Arena cominciavano a rimpinguare il bilancio? Facciamo attenzione ad un altro particolare: spendere non corrisponde sempre a cattiva amministrazione, la spesa, seppur alta, è servita a costruire un modello di città turistica, quella del Modello Reggio, che ha permesso per lunghi anni a Reggio Calabria di diventare una città di serie A. La rinascita sentimentalistica di Giuseppe Scopelliti nasce proprio da Giuseppe Falcomatà, che ha avuto un calcio di rigore per entrare nell’animo dei cittadini al pari di suo padre, sfruttando il sacrificio fatto da Giuseppe Scopelliti per costruire il nuovo modello di città e addossandogli le irreali responsabilità, e l’ha sbagliato. Il tempo per piangersi addosso è terminato, i debiti sono addirittura aumentati a dismisura, le condizioni sociali, in maniera esattamente inversamente proporzionale, sono peggiorate, mentre si gioca ad additare le proprie responsabilità politiche ad altri. Lasciamo stare l’uomo Giuseppe Scopelliti, che ha pagato in silenzio e con grande dignità ed oggi si presenta nelle piazze solo a raccontare la sua storia, la storia di un Grande Uomo ed un grande Signore.
Ogni tanto la politica lasciamola da parte…”.
Lo scrive in una nota Antonio Malara, già Segretario di Sezione del PD Sbarre.