“Dall’incontro di oggi con Cgil, Cisl e Uil sono emerse una serie di priorità che abbiamo condiviso essere non più rinviabili: concertazione, vertenze aperte in città, lavoro, legalità, Pnrr, periferie, sociale. Sono tante le sfide che ci toccano da vicino e appartengono agli uomini e alle donne di Catanzaro, che le vivono nel contesto della debolezza complessiva della Calabria. Per questo motivo ho voluto incontrare il Sindacato, attore fondamentale di una società sempre più priva di riferimenti saldi e quindi fragile, incerta, sfiduciata.
C’è un dato che tutti e tre le sigle hanno voluto sottolineare più volte, ed è la completa assenza di una classe dirigente capace di guidare i processi politici e di realizzare una programmazione seria, concreta e fattibile. Uno degli esempi più evidenti è rappresentato dall’utilizzazione dei fondi del Pnrr, un’opportunità che Catanzaro non può fallire. Eppure, siamo già in ritardo proprio perché la cattiva politica sta dimostrando una volta di più di essere inadeguata a tenere il passo di altre realtà, dove la progettazione è già in fase avanzata per mettere a profitto i fondi del Piano. Noi sul Pnrr non intendiamo farci abbindolare da retorica e frasi fatte. I soldi ci sono, è vero, ma tutto dipende da come vogliamo spenderli e per quali priorità. Ecco perché abbiamo deciso di avere un confronto con le parti sociali, per offrire loro non il libro dei sogni ma il programma della città che abbiamo in mente, sul piano dei progetti e su quello delle aspettative. Un programma aperto al contributo di tutti gli attori dello sviluppo per valorizzare quel principio di partecipazione che anima il nostro progetto politico.
Ci sono alcuni grandi temi da cui non si può prescindere: legalità, politiche sociali, sanità. Immagino un assessore alla legalità, una tessera del mosaico di governo cittadino che possa supervisionare e garantire tutti i processi messi in atto dal Comune. Sulle politiche sociali intendiamo dare slancio ad azioni coraggiose a partire dalle periferie. Perché abbiamo il dovere di rendere i quartieri più difficili non solo più sicuri ma anche più vivibili. Infine la grande questione delle aziende ospedaliere che devono diventare, nel rispetto di ruoli e competenze, un polo della salute in grado di rispondere non solo alla città ma a tutta la regione.
Ma il programma elettorale è solo la base da cui partire proprio perché sono convinto che Catanzaro non si amministra da sola, ma che ci sia bisogno di un dialogo costante con le forze sane e attive del territorio. Sarà questo il nostro metodo di governo, un metodo che valorizza i cittadini e le loro rappresentanze e che dovrà portare a processi di concertazione costanti. A partire dalle istanze del lavoro, grande dramma di questa terra. Io rifuggo dall’idea del sindaco che sa tutto e fa tutto da solo. Per questo motivo abbiamo bisogno anche di un tavolo con i sindacati che affronti vertenze e problematiche aperte in città. Camminare insieme: questo è il solo modo per fare crescere il tessuto sociale, economico e culturale della nostra comunità”.