“Chissà se una volta tanto anche al consigliere regionale Caputo riesce a tornare utile il vecchio adagio che recita così, “Parlare è da stupidi, tacere è da codardi ed ascoltare è da saggi”. Hai visto mai!” Lo affermano i consiglieri del PSI a Palazzo dei Bruzi, Antonello Costanzo ed Andrea Golluscio con riferimento alle ultime esternazioni del Consigliere Regionale Pierluigi Caputo che proseguono: ” E già, perché il vicepresidente del consiglio regionale, in tema di città unica, a nostro avviso avrebbe fatto un figurone se avesse preferito il gran silenzio alle fesserie mandate in stampa. E non solo per il vecchio adagio di cui sopra, quanto (soprattutto) per il monito della Corte dei Conti che, come è noto, e dovrebbe esserlo persino a Caputo, è organo neutrale e pertanto non condizionato da strategie politiche che francamente interessano poco i cittadini. L’organo giurisdizionale nel parere sulla percorribilità della città unica ha compiuto una disamina precisa della norma relativa alla fusione dei Comuni attraverso un ragionamento ampio della norma Delrio, rilevando come un processo di fusione non ponderato e studiato potrebbe rendere più difficoltosa la gestione degli enti. Non solo. Ha anche evidenziato come il vantaggio per gli enti che si fondono, soprattutto se di grandi dimensioni, deve essere studiato. Meditato. Analizzato. Se mai c’è questo vantaggio”.
“Tale orientamento – incalzano i consiglieri comunali socialisti – ricalca esattamente ciò che le amministrazioni comunali interessate alla fusione “forzata” avevano espresso attraverso un atto formale di presa di posizione, un documento in cui viene spiegato come un processo tanto rivoluzionario debba essere pianificato attentamente e per tempo, con i giusti passaggi di forma e di sostanza. Tutto, forma e sostanza, diritto e marciapiede, porta ad una riflessione generale e condivisa sulla città unica. A meno che, Caputo, alfiere del “capo”, non conduce una battaglia contro l’amministrazione comunale di Cosenza stagione Caruso, evidentemente intravedono un pericolo in ottica di potere regionale. Chissà perché poi. Altre ragioni per litigare con la ragione non ve ne sono.
“Quindi – concludono Antonello Costanza e Andrea Golluscio – oltre al vecchio adagio e alla imparzialità della Corte dei Conti è evidente e sconosciuto pure il buonsenso al vicepresidente Caputo, il quale anche dinnanzi ad un avvertimento ragionevole ed autorevole come quello della Corte dei Conti non si ferma, litiga con la ragione. È evidente che “la cocciutaggine del mulo a nulla serve senza l’intuito del saggio”. E siamo al secondo adagio che Caputo disconosce. Al terzo ci auguriamo non sia più vicepresidente del consiglio regionale…”.