"L'iniziativa di promuovere il "Patto Relazionale della Certosa" parte dalla necessità di creare un Laboratorio Sociale di partecipazione attiva per lo sviluppo del territorio delle aree interne montane e collinari, nell'ambito di un percorso di condivisione, basato sul metodo del confronto tra amministrazioni locali, associazioni, imprese e cittadini, sensibili alle tematiche del lavoro e delle criticità conseguenti alla crisi occupazionale.Un modello in grado di favorire il coordinamento e la condivisione, da parte di cittadini, enti locali, enti pubblico-privati, associazioni, organizzazioni di categoria, scuole; attraverso strategie e azioni da intraprendere per la valorizzazione delle risorse disponibili sul territorio e per lo sviluppo sociale ed economico di tipo inclusivo e sostenibile. In sostanza: un Laboratorio operativo, aperto e orientato all'individuazione di soluzioni concrete finalizzate a stimolare le capacità locale e progetti di sviluppo territoriali.IlPatto Relazionale della Certosa si pone come nuovo soggetto interlocutore unitario per contribuire a:costruire uno spazio d'azione in cui gli attori pubblici e privati trovano espressione attraverso la concertazione dello sviluppo locale, per definire il proprio progetto integrato di sviluppo;rafforzare i valori dell'identità' territoriale, riconoscibili nei contenuti storici, culturali, sociologici, economici e sociali;individuare univocamente lo spazio identitario delle aree montane e collinari delle Serre, che coincida con una visione comune dello sviluppo e della crescita sostenibile del territorio;orientare le politiche di sviluppo locale a favore della valorizzazione dei luoghi e delle comunità locali;promuovere lo sviluppo integrato del territorio, a favore delle economie di filiere attraverso il potenziamento di reti e/o cluster di imprese;favorire processi di innovazione e di cambiamento nei sistemi di governance della PA e nella realizzazione di progetti integrati.Sul piano operativo, il Patto Relazionale della Certosa punta a:creare opportunità di crescita e sviluppo per l'incremento dei livelli occupazionali nelle aree montane e collinari.L'idea è anche quella di chiamare intorno all'iniziativa una vasta platea di forze sociali - in rappresentanza dei lavoratori, di Enti pubblici e/o pubblico/privati e organizzazioni di categoria - in rappresentanza del sistema delle imprese, di organizzazioni e/o società consortili di scopo - in rappresentanza di interessi collettivi per la promozione dello sviluppo territoriale, sociale ed economico e, di Associazioni di scopo - in rappresentanza di interessi collettivi per la promozione dello sviluppo territoriale". Lo afferma in una nota Domenico Orecchio, Componente coordinamento regionale "La Nuova Frontiera Liberi e Forti".
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