Entro il 2026 in Calabria mancheranno tremila medici tanto nelle strutture pubbliche che in quelle private. E' quanto rende noto l'Amsi, Associazione medici stranieri in Italia, citando i risultati di un'indagine sul settore presentata in occasione del congresso Amsi svoltosi nei giorni scorsi a Roma. Dalle statistiche e' emerso il dato definito "molto preoccupante" relativo alle proiezioni sulla carenza medici, infermieri e fisioterapisti per il servizio da qui a sette anni. "Solo nei primi sei mesi del 2019 - hanno precisato i responsabili dell'Amsi - dalla Calabria sono giunte all'associazione 70 richieste di impiego per medici. La domanda di professionisti, che pero' riguarda contratti a tempo determinato, proviene sia dal pubblico sia dal privato". Per l'Amsi il fenomeno della carenza di medici e di figure di supporto e' "alquanto preoccupante, dato che si sta sviluppando, contemporaneamente, ad un altro problema abbastanza grave: la sempre piu' crescente richiesta di medici italiani di trasferirsi all' estero. Un argomento di ineludibile importanza, dato che entro il 2026 - precisano i dirigenti dell'Amsi - saranno circa 100 mila i medici di cui si avra' bisogno sia nel settore pubblico quanto privato in base alle richieste giunte all'Amsi".
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"La carenza dei medici che si sta verificando in alcune regioni non dipende da 'Quota 100'" ha affermato, intanto, il ministro della Salute Giulia Grillo rispondendo a una interrogazione durante il Question Time alla Camera. "La situazione che si e' venuta a creare oggi in merito alla carenza di specialisti e di medici di medicina generale non e' assolutamente addebitabile a 'quota 100'. Quello che e' giusto dire e' che questa carenza e' del tutto prevedibile, poiche' un medico specialista si forma in 4 o 5 anni e un medico di medicina generale in tre e io non ho la bacchetta magica per crearli. Noi abbiamo aumentato le borse del 24% rispetto allo scorso anno, le borse di medicina generale di 1093 unita', abbiamo rimosso il blocco che c'era tra la specializzazione di medicina generale e la possibilita' di lavorare, abbiamo rimosso gli ostacoli che avrebbero consentito anche in passato di attivare il part time per la medicina generale, abbiamo consentito a chi aveva gia' 24 mesi di precariato di entrare al corso, abbiamo rimosso il blocco del turnover anche per le regioni in piano di rientro e dato la possibilita' di stabilizzare i precari con il decreto Calabria. Stiamo lavorando - ha aggiunto il ministro - ad una importante riforma della formazione post laurea che metta a sistema il processo di assunzione dei medici una volta laureati e quindi che i medici entrino direttamente nel mondo del lavoro e ci sia una esatta corrispondenza tra i medici laureati e medici necessari a coprire tutte le specialita' in tutti i settori. Infine, e le risorse ci sono, la Corte dei Conti ha stimato che la reinternalizzazione del personale liberera' ben 1,75 miliardi".