'Ndrangheta, Gratteri: “Le forze dell’ordine non si adagino su allori”

"Un grosso step che arriva dopo la tenuta a livello probatorio della nostra indagine. Quello di oggi e' l'ennesimo colpo inferto alla criminalita' vibonese dalle forze dell'ordine che non si adagiano sugli allori ma continuano a lavorare sul piano investigativo". A dirlo e' stato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri incontrando i giornalisti dopo l'arresto del latitante Rosario Gratteri, ricercato per l'inchiesta Rinascita Scott e rinviato a giudizio due giorni fa insieme ad altri 354 imputati.

--banner--

"Non era concepibile -ha aggiunto - che su questo territorio ci potessero essere latitanti di rilevante spessore. Per noi la priorita' e' anche questo per due ovvi motivi: sono soggetti pericolosi in quanto fuori controllo e necessitano di protezione e tale esigenza puo' portarli a minacciare le persone; il secondo aspetto e' che essere latitanti sul proprio territorio significa esternazione del potere, forma di arroganza, quindi per noi e' un valore aggiunto e dimostra che noi ci siamo".

Gratteri e' arrivato alla conferenza stampa indossando una tuta nera con strisce arancione. "Ero a Lamezia per la costruenda aula bunker che sara' terminata il 15 dicembre" proprio per celebrare il processo Rinascita Scott ha detto ai cronisti. Ed a questo riguardo, il magistrato ha sottolineato come il processo che iniziera' a gennaio "e' si' un processo importante, ma e' uno dei tantissimi che ho fatto nel corso di piu' di 30 anni di carriera; lo definisco una pietra angolare, che e' una pietra particolare rispetto ad un muro, ma non deve essere trasformato nel processo dei processi. Ricordo tra Catanzaro e Reggio procedimenti penali altrettanto importanti; d'altronde non e' il numero degli imputati che rende tale una indagine, ma e' la qualita', il livello probatorio ed altro. Certamente "Rinascita-Scott" e' un processo importante perche' abbiamo avuto l'idea, l'intuizione di pensare ad un concetto di unitarieta' della 'ndrangheta e che proprio nella provincia di Vibo fosse possibile parlare di struttura mafiosa verticistica in cui c'era una famiglia dominante con altre famiglie satelliti".