Manifesti anarchici a Vibo Valentia: indaga la Digos

vibovalentiaalto 500Manifesti che inneggiano alla lotta, alla rivolta, alla liberta' da raggiungere attraverso la violenza, che invitano la gente a scegliere da che parte stare. Ne sono stati affissi durante la notte in diverse parti della citta', tanto che ad un certo punto la segnalazione e' pervenuta presso la Digos di Vibo che ha proceduto a verificare e farli immediatamente rimuovere. Si tratta di volantini e manifesti anarchici realizzati da persone sulle quali sarebbero in corso ricerche, mentre la Procura di Vibo e' stata immediatamente informata dell'accaduto. Diversi i temi denunciati. In uno ad esempio si fa riferimento alla carcerazione di Leonardo Landi, noto militante anarco-insurrezionalista, detenuto da quest'anno nell'istituto penitenziario vibonese dopo essere stato arrestato, una volta terminata la sua latitanza, con le pesanti accuse di associazione con finalita' di terrorismo e rapina che facevano riferimento ad un furto perpetrato in un ufficio postale a Lucca.

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Nel volantino in questione si parla di "trasferimento punitivo" (che dal carcere di Lucca lo ha portato a Vibo), e di "censura" e del fatto che Landi "e' stato ingiustamente accusato di trovarsi in possesso di istruzioni per confezionare esplosivi rudimentali". In un altro si trovano istruzioni su come prepararsi a una rivolta popolare con tanto di accorgimenti per non essere riconosciuti dalle forze dell'ordine: quindi la copertura del volto, non portare telecamere, e le modalita' da utilizzare per reagire agli attacchi. Perche', e' il pensiero degli autori del gesto, "Chi aspira alla liberta' non si misura". In un alto volantino ancora si ricorda che dal 9 al 24 scorsi vi sono state due settimane di mobilitazione in solidarieta' alle anarchici e agli anarchici sotto processo e contro la differenziazione e l'isolamento carcerario per ricordare i morti nei penitenziari e per rispondere ai nuovi confinamento e al coprifuoco: "Contro il carcere per la liberazione di tutti e tutte i prigionieri", con a fianco il disegno di due mani, ammanettate, che si stringono (come nella posa del braccio di ferro).