Autobomba Limbadi, Regione Calabria e Comune di Limbadi non ammessi come parti civili: “Richieste presentate in ritardo”

autobomba limbadi3La Regione Calabria ed il Comune di Limbadi (Vv) non sono state ammessi quali parti civili nel processo per l'autobomba costata la vita il 9 aprile 2018 al biologo Matteo Vinci e il ferimento del padre Francesco. La Corte d'Assise di Catanzaro ha rigettato stamane le due richieste perche' presentate in ritardo, oltre i termini di legge ed a dibattimento gia' aperto il 17 settembre scorso con la costituzione delle parti in tale data. Sia il Comune di Limbadi che la Regione Calabria avevano deciso di incaricare due avvocati per la costituzione di parte civile solo successivamente alla prima udienza del processo quando i coniugi Vinci-Scarpulla (parte lesa) avevano lamentato di essere stati lasciati da soli sia dagli enti che dalle associazioni antimafia.

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Il processo proseguira' quindi il 30 gennaio con l'escussione in aula dei primi testi dell'accusa rappresentata dalla Dda di Catanzaro. Sotto processo sono Rosaria Mancuso, sorella dei boss della 'ndrangheta Giuseppe, Diego, Francesco e Pantaleone Mancuso, il marito Domenico Di Grillo, le figlie Rosina e Lucia Di Grillo e Vito Barbara, marito di Lucia Di Grillo. Lo riporta l'Agi. 

"Oggi abbiamo subito questo ennesimo schiaffo. Esprimiamo grande rammarico per quanto e' accaduto". Lo ha detto l'avvocato Giuseppe De Pace, legale della famiglia di Matteo Vinci, morto a causa dello scoppio di una bomba collocata sotto l'auto sulla quale viaggiava insieme al padre Francesco, rimasto ferito in modo grave. "Desideravamo fare - ha aggiunto De Pace - un fronte unico con le istituzioni e le associazioni, come Libera, che e' del tutto assente, ma la colpa di quanto accaduto non e' ne' della Corte, ne' delle parti offese, ma della sciatteria e della superficialita' di chi ha presentato in ritardo le richieste di costituzione di parte civile. Oggi in questo processo siamo soli".