Il 20 luglio 1866 i primi calabresi caduti in mare per la Patria

battagliadilissadi Giuseppe Chirico - Al culmine del processo risorgimentale, con quattro mesi di anticipo rispetto alla nascita dello Stato italiano, il Regio Decreto n. 4419 del 17 novembre 1860 del Regno di Sardegna aveva di fatto già sancito la fusione delle marinerie italiane preunitarie. La neonata marina militare nazionale assunse quindi il nome di Regia Marina a seguito della formale proclamazione del Regno d'Italia, avvenuta con la legge sarda del 17 marzo 1861 n. 4761.

Cinque anni più tardi, il conflitto austro-prussiano offrì al giovane Stato italiano la prima vera occasione per impegnarsi militarmente in campo internazionale. L'alleanza con la Prussia di von Bismarck, sancita a Berlino l'8 aprile 1866, prevedeva espressamente, in caso di attacco prussiano contro l'Austria, che anche l'Italia avrebbe dovuto muovere guerra contro quest'ultima. Obiettivo dello Stato sabaudo, in attesa di risolvere la "questione romana", era l'annessione del Veneto, ancora sotto il dominio imperiale.

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Il 14 giugno 1866 i prussiani aprirono le ostilità contro gli austriaci, e così il successivo 20 giugno l'Italia fece altrettanto. Il conflitto fu interpretato dagli italiani come una terza guerra d'indipendenza, seguita a quelle già combattute nel 1848-1849 e nel 1859 contro lo storico nemico austriaco. Alla fine del conflitto, l'Italia riuscì a raggiungere il proprio obiettivo, ma solo in virtù dei successi militari dell'alleato prussiano: le armate sabaude, infatti, rimediarono due clamorose sconfitte, il 24 giugno a Custoza, nel Veronese, e il 20 luglio presso l'isola di Lissa, nell'Adriatico.

La battaglia navale combattuta nelle acque antistanti Lissa confermò l'impreparazione e le carenze del nostro apparato militare. La flotta italiana, agli ordini dell'ammiraglio conte Carlo Pellion di Persano, fu duramente sconfitta dalle forze imperiali comandate dall'ammiraglio Wilhelm von Tegetthoff, numericamente inferiori ma dotate di maggiori organizzazione, coesione ed esperienza. Due corazzate italiane furono affondate nel corso degli scontri: la pirofregata Re d'Italia, speronata dall'ammiraglia austriaca Ferdinand Max, e la pirocannoniera Palestro, che finì per esplodere in seguito ai danni cagionati dal reiterato fuoco nemico.

Le fonti non sono concordi sul totale dei caduti italiani in questa battaglia, i numeri variano da poco meno di seicento ai seicentoquaranta indicati tutt'oggi sul sito web della Marina Militare. Fra le poco celebri vittime di quel tragico 20 luglio 1866 non mancarono diversi nostri conterranei, di cui è oggi opportuno conoscere i nomi e onorare la memoria, a 150 anni dal loro sacrificio, in quanto primi calabresi caduti in mare per la Patria. Essi furono:

- Francesco BABUSCIA, marinaio di 3ª classe, nato a Reggio Calabria il 06/10/1847 (nave Re d'Italia)

- Saverio BONANATA, soldato di fanteria marina, nato a Bonifati (CS) il 09/09/1844 (nave Palestro)

- Rocco CALABRO', marinaio di 2ª classe, nato a Villa San Giovanni (RC) il 26/06/1841 (nave Re d'Italia)

- Consolato CARA, marinaio di 3ª classe, nato a Reggio Calabria il 06/02/1843 (nave Re d'Italia)

- Antonino CARATOZZOLO, marinaio di 3ª classe, nato a Bagnara Calabra (RC) il 29/11/1843 (nave Re d'Italia)

- Domenico Antonio CLEMENTE, marinaio di 3ª classe, nato a Bovalino (RC) il 25/02/1845 (nave Palestro)

- Giuseppe COLETTA, soldato di fanteria marina, nato a Bagnara Calabra (RC) il 14/04/1839 (nave Re d'Italia)

- Antonino Francesco COMIS, marinaio di 3ª classe, nato a Catona (RC) il 12/03/1844 (nave Re d'Italia)

- Rocco DELFINO, timoniere, nato a Villa San Giovanni (RC) il 20/01/1841 (nave Re d'Italia)

- Filippo FALZEA, secondo pilota di 2ª classe, nato a Reggio Calabria il 19/06/1842 (nave Palestro)

- Antonio LIPAROTI, marinaio di 3ª classe, nato a Bonifati (CS) il 31/01/1843 (nave Palestro)

- Francesco MARRAPODI, carbonaio di 2ª classe, nato a Roccella Jonica (RC) il 22/02/1843 (nave Re d'Italia)

- Giovanni PUGLISI, marinaio di 1ª classe, nato a Villa San Giovanni (RC) il 07/05/1843 (nave Re d'Italia)

- Domenico RUGGIERO, marinaio di 3ª classe, nato a Bagnara Calabra (RC) il 23/03/1843 (nave Re d'Italia)

- Fortunato SERRANO', soldato di fanteria marina, nato a Bova (RC) il 13/09/1842 (nave Re d'Italia)

- Giuseppe SURIANO, marinaio fuochista di 1ª classe, nato a Belmonte Calabro (CS) il 21/08/1836 (nave Re d'Italia)

- Pietro TIGANI, soldato di fanteria marina, nato a Radicena (RC) il 29/06/1844 (nave Re d'Italia)

- Giuseppe VERSACE, timoniere, nato a Villa San Giovanni (RC) il 17/06/1837 (nave Palestro)

Vale qui la pena di ricordare altri caduti di cui non è stato possibile accertare ulteriori dettagli, per via della mancanza di documenti presso i rispettivi presunti Comuni di origine.

Sulla nave Re d'Italia: il marinaio Nicola CARELLA da Roccella Jonica (RC), l'operaio fuochista Antonio GIUNTA da Cannitello (RC), il marinaio Salvatore IORIO da San Lucido (CS), il sergente di fanteria marina Ferdinando LECCE da Gioiosa Ionica (RC), il cappellano militare Don Vincenzo PIZZONIA da Polia (VV), il marinaio Domenico SICLARI da Siderno (RC), e il cannoniere Onofrio VENTURA da Pizzo Calabro (VV).

Sulla nave Palestro: i marinai Giuseppe CASELLA da Diamante (CS), Francesco MARITATO da Cetraro (CS), e Martino TROVATO da Pizzo Calabro (VV).

Un sentito ringraziamento al dott. Alessandro Mazzetti ed al capitano di vascello Giosuè Allegrini dell'Ufficio Storico della Marina Militare.