di Paolo Ficara – Vicolo cieco. È quello in cui si è cacciata la Reggina, chissà da quanto tempo. Forse dall’inizio. Forse dal 29 maggio 2024, giorno dell’aggiudicazione del marchio. O forse da quando, uscendo con idee molto confuse dallo stadio “Franco Scoglio” di Messina, ha diramato un comunicato che costituisce l’esatto contrario dell’esempio su come gestire un club calcistico.
La Reggina ha perso ancora, in casa. Contro l’Athletic Palermo. Ed al termine del match, Nino Ballarino è entrato nello spogliatoio amaranto assieme al dt Pippo Bonanno. Il socio di maggioranza avrebbe invitato chi non se la sente di continuare, a presentarsi martedì mattina in sede per rescindere il contratto.
Non è la prima volta. Lo aveva già chiesto, per sua stessa ammissione, proprio a Messina. Ma stavolta non è tutto.
Ballarino avrebbe ammesso davanti alla squadra, la volontà di concludere egli stesso la propria esperienza a capo della Reggina.
Considerando quella che sarà stata una consegna del silenzio, e quindi la concreta possibilità che venga partorita una smentita di facciata, adesso bisogna mettersi nella testa di Ballarino. E capire in quale maniera, per lui e solo per lui, immagina un’uscita di scena.
Corretto dunque ipotizzare delle ore di riflessione da parte del socio di maggioranza. Doverose. Per non presentarsi martedì, ad eventuali confronti individuali con i giocatori, più confuso di prima.
Ricapitolando: la notizia è che Nino Ballarino starebbe valutando se porre un punto, circa la sua avventura calcistica a Reggio Calabria. La totale incognita riguarda le condizioni a cui potrebbe voler mollare. La convinzione è che il prezzo, con la Reggina a rischio retrocessione in Eccellenza, non possa stabilirlo lui.
