“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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Reggina: il precedente di Ansaloni ed il tempo non concesso a Pergolizzi

di Paolo FicaraExcusatio non petita, accusatio manifesta. Con un comunicato interamente incentrato sui problemi personali dell’allenatore, la Reggina ha annunciato giovedì la separazione con Rosario Pergolizzi. Tramite risoluzione consensuale. Tutto giusto e tutto vero. Nel presentare il sostituto, ossia il cavallo di ritorno Bruno Trocini, il ds Pippo Bonanno ha poi aggiunto che Pergolizzi era “impossibilitato a proseguire”.

Va da sé che chi è “impossibilitato a proseguire”, si dimette. Poi, senza entrare né nell’ambito né tantomeno nella sfera degli affetti familiari, esistono situazioni che si risolvono col tempo. Non è da escludere che a Pergolizzi servissero una o due settimane da trascorrere a casa, lontano da Reggio. E che la mancata concessione di tale tempo, abbia portato ad una risoluzione consensuale. Con il tecnico che ha anteposto, e gli fa ovviamente onore, le esigenze familiari ad ogni altro aspetto.

Nella storia della Reggina esiste un precedente, relativo alla stagione 1991/92 in Serie C. Con sviluppi ben diversi. Dato che eravamo piccini, ci viene in soccorso il libro “Una Storia Amaranto”, scritto dalla storico dirigente Franco Iacopino e dal giornalista Eugenio Marino. Agli autori ci permettiamo di suggerire una ristampa, in vista del Natale: in modo da far conoscere la storia della Reggina a chi non la sa, venendo da fuori; ma anche agli smemorati cronici, i quali a convenienza si schierano con chi soddisfa la loro fame. Non sempre intesa come fame di notizie.

In quella Reggina fresca di retrocessione dalla Serie B, il tecnico Giancarlo Ansaloni – già subentrato ad Aldo Cerantola – non stava andando affatto bene in classifica. “Ansaloni, colpito da disturbi fisici – si legge sul prezioso libro – ottiene il permesso di rientrare a Riccione per sottoporsi alle cure del caso“.

In virtù di tale assenza momentanea, venne promosso Gabriele Geretto, allenatore della Reggina Primavera. Il quale iniziò subito ad ottenere risultati superiori, alla guida della prima squadra. Nel momento in cui il guarito Ansaloni manifestò la disponibilità a rientrare, pur sapendo che la decisione sarebbe andata contro la volontà della squadra, il presidente Lillo Foti non obiettò. Quindi, relativamente alla stagione 1991/92, quella Reggina dai princìpi e dai valori che ne caratterizzarono il cammino fino alla Serie A, non speculò sui problemi di salute di un allenatore che convinceva poco.

Oggi non c’è stata la stessa pazienza. La Reggina – in un sol colpo – va incontro ai malumori della piazza, che voleva la testa dell’allenatore; non lo esonera, evitando di andare in contraddizione dopo le dichiarazioni dei dirigenti che negavano l’esistenza di perplessità sul tecnico; e si risparmia un anno e sette mesi di contratto. Tutte provvidenziali casualità.

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