“Pochi possono dirsi: “Sono qui”. La gente si cerca nel passato e si vede nel futuro” - Georges Braque
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Gabriele Martino a Reggina Talk: “Commissione di Palazzo San Giorgio senza uomini di calcio. Saladini? Non il maggiore responsabile”

di Paolo Ficara – La scelta di Palazzo San Giorgio per l’assegnazione del titolo sportivo; le decisioni scellerate della gestione Saladini e non solo. Anche questi – ancora scottanti – tra gli argomenti toccati dal direttore Gabriele Martino, nel corso dell’ultima diretta di Reggina Talk. Specie in considerazione dell’ultima esperienza come dg nell’ultima stagione in Serie B, proprio con l’imprenditore lametino.

Il direttore Martino sottolinea una grave mancanza nella commissione di settembre 2023 a Palazzo San Giorgio: “Credo che fare il politico, sia un compito arduo. Farlo in questa città, più che arduo,  è difficilissimo. Fermandoci al settore calcistico, la politica si è trovata a dover decidere a chi affidare l’onore e l’onere di dover guidare il calcio a Reggio. Era stata fatta una commissione ad hoc, per valutare i progetti. Non mi pare che in quella commissione ci fossero uomini di calcio, e non mi riferisco alla mia persona. Non c’erano persone che avevano fatto calcio a Reggio Calabria. Mi riferisco essenzialmente a chi ha guidato la Reggina Calcio. Una commissione fatta di tanti professionisti, tranne chi aveva dato lustro alla Reggina”.

“Non ricordo se era la migliore tra le proposte. Certo è che è passato più di un anno. Il campionato dell’anno scorso è stato di partecipazione, lo abbiamo capito dopo i primi 15 minuti della prima giornata – ha sottolineato Gabriele Martino a Reggina Talk – Dopo un anno, senza più l’alibi del ritardo, è stata approntata una buona squadra. Grazie anche all’amore, all’attaccamento e alla passione di alcuni giocatori amaranto del passato. Che secondo me sono stati trainanti, per far arrivare calciatori titolati alla Reggina. E’ chiaro che il capitano Barillà, da reggino con la maglia nella pelle e nel rispetto dei ruoli, ha partecipato nel convincere qualche atleta di spessore che militava tra i professionisti. Così come lo stesso Porcino. L’amore di questi ragazzi per la città, credo sia un valore aggiunto. Mi auguro riescano a trasferirlo ai compagni, quel che significa giocare per la Reggina e non con la Reggina”.

Inevitabile chiedere, per la prima volta, un parere al direttore Martino sulla stagione culminata per la Reggina con la sentenza del Consiglio di Stato: “Quella stagione è durata, per me, solo qualche mese in termini operativi tra problemi di salute e qualcos’altro. Non mi è stato consentito di dare il contributo che avrei voluto e potuto dare. Quella è la stagione che ha riportato la Reggina tra i dilettanti. Poteva essere Serie A. Prima del giro di boa, quella squadra era seconda”.

Hanno inciso di più le decisioni prese o quelle non prese da Felice Saladini? “Credo quelle non prese – risponde Martino con un velo di tristezza – Ho detto prima che a Reggio Calabria è difficilissimo fare il politico. Stando all’esterno, si capiscono meglio tantissime cose. Oggi, anche fare calcio è arduo in tutte le città. A Reggio Calabria, oltre che arduo, è difficilissimo. Tante decisioni non riesci a prenderle. Come in tutte le cose, bisognerebbe anche avere coraggio per fare certe scelte. Non credo che Saladini sia stato il maggiore responsabile di quanto accaduto in quella stagione. Che era figlia di precedenti stagioni. Nonostante il successo sportivo, si capiva anche durante la gestione Gallo che le difficoltà erano dietro l’angolo. Gallo ha avuto il merito di riportare la Reggina in Serie B. Anzi, cosa gli si può rimproverare? Lui comprò la Reggina non solo in difficoltà economica, ma anche in una situazione di classifica anonima in C. Quindi, sul piano sportivo, cosa si vuole rimproverare a Gallo? Da esterno, compresi il calcio che veniva proposto a Gallo. E mi augurai che fosse un calcio sostenibile. Ci vogliono idee, competenze e passione. Discorso simile per Saladini, vista la qualificazione ai playoff. Ma quei successi, la Reggina e i reggini li hanno pagati a caro prezzo. Cardona? L’ultimo messaggio, l’ultima telefonata con Marcello risale agli auguri per l’ultimo Natale. Diciamo che ancor prima del 31 agosto 2023, Marcello era troppo preso da tanti fattori. Si era capito che la Reggina viveva una crisi finanziaria importante, che non è cominciata con la stagione 2022/23. Si è conclusa in quella stagione. Basta ripercorrere i campionati precedenti, per capire la vera storia. Non vorrei che questa città perdesse la memoria”.

Il ds Martino scuote l’ambiente con parole forti, sulla gestione della Reggina e sulle problematiche che incontra in città: “Fare calcio a Reggio Calabria è arduo. E’ difficilissimo. Per poterlo fare, c’è bisogno di gente onesta. Ho vissuto all’interno della Reggina, nei diversi ruoli, per più di 30 anni. E ho convissuto con dirigenti e professionisti della città, o provenienti da fuori. Dico che a fare la differenza sono i reggini. Perché quello che abbiamo dentro noi, non lo possono trasmettere altri, non me ne vogliano. Per me, il calcio è ancora passione. Basta prendere il meglio della città. Basta cercare di tutelare la città. Basta pensare esclusivamente agli interessi della città e della Reggina. Non sono mosso da alcun motivo di disprezzo, nei confronti degli attuali. Vorrei che il meglio della città potesse contribuire, e so che ci sono le qualità per poterlo fare nel più breve tempo possibile. Sperando di non dovere aspettare 10 anni, per tornare nel calcio professionistico. Questa città ha delle qualità incredibili, con professionisti eccezionali. Sarebbe ora che si mettessero assieme. Senza timore, senza paura. La storia ha dimostrato cosa ci vuole: persone perbene, oneste, appassionate e competenti. La Reggina che ha portato giocatori importanti presi in giro per il mondo, era formata da persone innamorate. E che avevano capito che tutta la città avrebbe beneficiato dei successi sportivi. Molti si stanno dimenticando del passato, e questo mi fa male. A Reggio Calabria esiste uno dei centri sportivi più funzionali d’Italia. Da lì si sono create le plusvalenze. Credo che da più anni, quel centro sportivo abbia perso tale valenza. Il presente è un po’ torbido. Il futuro, nessuno lo sa. Il passato, è la storia: nessuno può cancellarla, farne buon uso è tanto meglio per i giovani”.

Una delle chicche finali, riguarda un sogno del direttore Gabriele Martino legato alla Reggina: “Da tanto tempo, ho nel cassetto un progetto di accademia del settore giovanile. Ma non riesco a farmi ascoltare”.

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