“Gambling”, gioco d’azzardo e ‘ndrangheta: parla Mario Gennaro

di Claudio Cordova - "Il sistema del chip dumping è un termine utilizzato nel gergo del poker per passare dei fondi da un giocatore ad un altro frodando i servizi di sicurezza della piattaforma. Si tratta quindi di simulare una vera e propria partita di poker , alla quale partecipano dei concorrenti che si accordano tra loro su chi dovrà perdere ". Frode e riciclaggio all'insaputa del titolare del conto, utilizzando servizi di messaggistica come whatsapp. Sono le prime dichiarazioni depositate nel "suo" procedimento. A distanza di alcuni mesi dalla decisione di collaborare con la Dda di Reggio Calabria, le parole di Mariolino Gennaro entrano nel procedimento "Gambling", che nel luglio 2015, porterà dietro le sbarre decine di soggetti, operando sequestri per oltre 2 miliardi di euro. Nel mirino dei pm di Reggio Calabria Stefano Musolino, Giuseppe Lombardo, Luca Miceli e Sara Amerio il lucroso business dei giochi d'azzardo online gestiti dalla 'ndrangheta. Un'indagine che, fin da subito, ha svelato il carattere transnazionale degli affari illeciti, andando a toccare diversi stati esteri. Il personaggio principale, Mario Gennaro, verrà arrestato a Malta dove aveva stabilito la propria residenza, e successivamente estradato. Per gli inquirenti, Gennaro era un soggetto molto abile nel sfruttare il business del gioco d'azzardo, grazie anche alle proprie aderenze negli ambienti del clan Tegano di Archi.

Ora collabora con la giustizia e le sue dichiarazioni sono state depositate a carico di alcuni imputati.

Tra questi, [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO], uno dei soggetti per cui la Dda ha contestato nuove accuse con l'aggravante mafiosa: "Conosco [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO] intorno al 2010. Lo conosco per il tramite di Angelo Caliandro (il proprietario di Scommettendo.it). In quel periodo Caliandro acquistò delle quote della CBM di proprietà di [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO] e della sua famiglia. Mi sono occupato, con Enet, della fornitura dei poker ad Angelo Caliandro per CBM.COM. So che Angelo Caliandro aveva tutta una serie di accordi con la criminalità organizzata del suo territorio, tali da garantirgli la diffusione del suo brand".

Secondo quanto dichiarato da Mariolino, [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO] avrebbe avuto relazioni con ambienti vicini alla 'ndrangheta: "Sul territorio reggino, per conto di [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO], lavoravano dei ragazzi della zona di Archi, che promuovevano il sito slimbet.com, tali Postorino Marco, Baione Luciano e Adornato Luca, so anche che successivamente si è avvicinato al brand di [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO], Tegano Domenico. Ai citati ragazzi inizialmente distribuivo il poker, successivamente passarono, sempre per la distribuzione del poker, sotto la rete di Tripodi Paolo. Degli stessi ne ho sentito anche parlare come personaggi legati allo spaccio di sostanze stupefacenti [...] Non li ho mai percepiti come miei concorrenti in quanto io avevo degli accordi territoriali con la criminalità organizzata tali da garantirmi una certa diffusione e anche perché il mio sito era molto performante".

Rapporti e relazioni che potrebbero essere alla base anche della crescita di [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO]: "Ho visitato gli uffici di [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO] a Slima e mi sono reso conto che nell'ultimo periodo si è molto espanso, lo stesso [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO] mi rappresentò che aveva una complessa struttura societaria con il coinvolgimento anche di fiduciarie e trust".

Un contesto che avrebbe interessato anche altri soggetti come Mico Sonsogno, ritenuto dagli inquirenti il collettore delle mazzette per conto del clan De Stefano: "Un giorno mentre io non ero a Malta ricevo una telefonata da [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO] il quale mi dice che Domenico Sonsogno (detto Tatù) era a Malta presso l'ufficio di [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO] e voleva salutarmi. Non sono a conoscenza delle ragioni per cui Sonsogno e [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO] fossero insieme, so che in loro compagnia vi era anche Luca Adornato".

Mariolino Gennaro, poi, si sofferma sulle figure dei tre giovani ritenuti vicini agli ambienti arcoti, descrivendo il meccanismo truffaldino che avrebbero messo in atto: "So che Baione, Postorino e Adornato sicuramente lavoravano con slimbet, con il sistema di fidi e tutto cash, senza l'utilizzo di bonifici, né di registrazioni". Con i tre, Gennaro sarebbe stato vicino anche a entrare in affari, ma poi l'accordo salterà: "La trattativa da me iniziata con Postorino, Adornato e Baione non è andata a buon fine, anche perché questi volevano "bancare" (ora non ricordo se completamente o almeno al 50%), come facevano con Slimbet, mentre io volevo soltanto riconoscerli una percentuale sugli utili". Tutto, comunque, si sarebbe svolto all'ombra della 'ndrangheta: "Ho sentito parlare di Baione Luciano come di un soggetto emergente nella criminalità organizzata reggina, una cosiddetta "nuova leva", soprattutto nel narcotraffico e piccoli attentati/danneggiamenti". E, infine, sempre per rimanere in contesti mafiosi, un ultimo passaggio: "Conosco Ollio Francesco, figlio di Totò Ollio, quest'ultimo storico frequentatore, durante la guerra di mafia, della casa dei Tegano".