"Gambling": nuove accuse di 'ndrangheta

Giochionline2di Claudio Cordova - Un'inchiesta che sembra destinata ad allargarsi a macchia d'olio e, comunque, ad aggravarsi. I coinvolgimenti criminali e internazionali dell'inchiesta "Gambling" si riveleranno già alcuni mesi fa, allorquando la Dda di Reggio Calabria porterà dietro le sbarre decine di soggetti, operando sequestri per oltre 2 miliardi di euro. Nel mirino dei pm Stefano Musolino, Giuseppe Lombardo, Luca Miceli e Sara Amerio il lucroso business dei giochi d'azzardo online gestiti dalla 'ndrangheta. Un'indagine che, fin da subito, ha svelato il carattere transnazionale degli affari illeciti, andando a toccare diversi stati esteri. Il personaggio principale, Mario Gennaro, verrà arrestato a Malta dove aveva stabilito la propria residenza, e successivamente estradato.

Proprio la scelta di "Mariolino" di collaborare con la Dda di Reggio Calabria potrebbe ora aprire nuovi scenari, sia sugli ingenti flussi di denaro mossi, negli anni, dall'organizzazione, sia sul coinvolgimento della 'ndrangheta, essendo Gennaro un soggetto che gli inquirenti collocano in ambienti assai vicini alla potente cosca Tegano del rione Archi.

Un'indagine imponente che ha scoperto un'associazione per delinquere di stampo mafioso con proiezione internazionale e che porterà al sequestro di decine di punti vendita "Betuniq" sparsi in tutta Italia. Tutti soggetti ritenuti, a vario titolo, intranei o vicini alla 'ndrangheta, che, avvalendosi di società estere di diritto maltese ha esercitato abusivamente l'attività del gioco e delle scommesse sul territorio nazionale.

E' uno dei modi – forse il più redditizio – con cui la 'ndrangheta ricicla il denaro provento del lucroso traffico di droga.

Attraverso lo schermo di imprese del mercato dei giochi e delle scommesse a distanza, la 'ndrangheta avrebbe quindi dislocato in stati esteri i server per la raccolta informatica delle giocate: in tal modo sarebbe stata aggirata la normativa che regola il settore, realizzando consistenti profitti, poi reinvestiti per l'acquisizione di ulteriori imprese e licenze estere e nazionali per l'esercizio ancor più esteso e remunerativo delle attività. E' l'ulteriore prova dell'unitarietà della 'ndrangheta, che procede in maniera concorde, pur rispettando le logiche di spartizione territoriale, per dividere la torta.

L'immensa torta.

Un'economia occulta e criminale che porta gli indici del volume di gioco della Calabria ben oltre quelli di regioni assai più floride. E' del tutto evidente che su tali attività la 'ndrangheta abbia messo le proprie mani. In particolare, l'attività investigativa avrebbe consentito di accertare che la raccolta "da banco" dei giochi e delle scommesse si sarebbe concretizzata attraverso una ramificata rete di agenzie inquadrate come Centri di Trasmissione Dati, collegati a bookmaker esteri. L'associazione, che controllava società in Austria, Spagna, Romania, oltre che a Malta, sede operativa del sistema criminale.

La raccolta delle giocate, attraverso più siti internet di scommesse online, non è però avvenuta attraverso una transazione online (come la normativa imporrebbe) ma tramite contanti o assegni direttamente consegnati al gestore del punto commerciale.

Ecco, quindi, la formazione di ingenti flussi di denaro non tracciati.

Ora, però, l'inchiesta si aggrava ulteriormente. Negli scorsi giorni, infatti, la Dda di Reggio Calabria ha notificato a 23 persone un avviso di conclusione delle indagini preliminari, contestando reati aggravati dalle modalità mafiose. A riceve l'avviso sono stati: Carmela Quattrone (classe 1979), Caterina Marcianò (1980), Silvio Baione (1988), Fortunato Salvatore Quattrone (1988), Pasquale Scappatura (1992), Marco Mollica (1994), Sacha Ubaldo Ruggeri (1992), Cosimo William Apice (1971), Giancarlo Apice (1980), Francesco Carmelo Dattola (1990), Francesco Sergi (1980), Gaetano Cipolla (1961), Giovanni Maringolo (1991), Marianna Nava (1981), Francesco Ollio (1971), Domenico Tegano (1992), Mariano Tegano (1993), Giuseppe Marcianò (1979), Luca Adornato (1979), Marco Postorino (1982), Francesco Giardino (1959) e [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO].

Nello specifico la nuova contestazione aggravata è stata mossa nei confronti di Caterina Marcianò, Silvio Baione, Fortunato Salvatore Quattrone, Pasquale Scappatura, Marco Mollica, Sasha Ubaldo Ruggeri, Cosimo William Apice, Giancarlo Apice, Francesco Carmelo Dattola, Francesco Sergi, Gaetano Cipolla, Giovanni Cipolla e Francesco Ollio. Queste persone sono accusate dalla Dda perchè "si associavano fra loro con lo scopo di commettere una pluralità di delitti connessi alla gestione illecita di imprese- in parte attive in Italia, in parte stanziate all'estero- dedite all'utilizzo di piattaforme online, finalizzate all'offerta, al pubblico di prodotti per esercitare il gioco e le scommesse, tramite licenze concessioni rilasciate all'estero, aggirando la normativa nazionale di settore, quella fiscale e quella anti-riciclaggio, nonché all'apertura e gestione- diretta e indiretta- di sale giochi e scommesse per l'intermediazione illecita con i clienti, tramite la raccolta di giocate in contanti e anonime e pagamento con pari modalità. E così attraverso la stabile organizzazione sul territorio nazionale della rete commerciale predetta, consumavano reiterati reati di esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse per il gioco, garantendo i contatti tra i titolari di Pdc, Ced e Ctd, il master calabrese e i vertici maltesi".

Si tratta di un passaggio ulteriore rispetto all'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere: 23 soggetti che, nell'ordinanza di alcuni mesi fa, rispondevano del capo B della rubrica, associazione per delinquere semplice perché "si associavano tra loro allo scopo di commettere una pluralità di delitti connessi alla gestione illecita d'imprese - in parte attive in Italia, in parte stanziate all'estero - dedite all'utilizzo di piattaforme online finalizzate al gioco, collocate su siti esteri, aggirando la normativa nazionale di settore, quella fiscale e quella anti-riciclaggio e all'apertura e gestione di sale scommesse per la raccolta delle puntate al banco. E così, consumavano reiterati reati di esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse. omessa dichiarazione dei redditi ed IVA, truffa aggravata ai danni dello Stato, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e reimpiego dei proventi di delitto".

In particolare, già alcuni mesi fa, la Dda aveva individuato l'organizzazione secondo una catena gerarchica che dai capi, promotori e costitutori, era impegnata sul territorio estero per l'acquisizione delle licenze, la gestione amministrativa e finanziaria, la predisposizione dei server e dei software, la manutenzione, lo sviluppo e l'aggiornamento tecnico-informatico, sul territorio nazionale, invece, per la diffusione commerciale dei brand gestiti dall'organizzazione, la raccolta delle somme derivanti dalla raccolta fisica del denaro, il loro trasferimento all'estero, la concessione di fidi alle singole sale giochi e scommesse, la risoluzione di problematiche tecnico-informatiche (tra cui l'aggiramento delle inibizione imposte dall'AAMS ai siti internet, privi di concessione, utilizzati per la connessione alle piattaforme informatiche allocate all'estero, gestite dall'organizzazione.

Ora, però, i pm Musolino, Lombardo, Miceli e Amerio hanno aggravato la posizione con l'articolo 7 della legge 203 del 1991 perché le condotte degli indagati sarebbero state messe in atto "con metodo mafioso, con riferimento alle adottate modalità d'intimidazione ed assoggettamento, volte a controllare una parte del settore di mercato dei giochi e scommesse online, poste a garanzia e rispetto delle regole illecite su cui si fonda la struttura associativa, specie con riferimento ai patti territoriali con soggetti intranei o collusi con la criminalità organizzata, nella specie la 'ndrangheta, al fine di avviare l'apertura sul territorio di nuovi punti di commercializzazione o Centri Trasmissione Dati o Centro Elaborazione Dati, nonché al fine di avere certe garanzie in ordine alla regolare circolazione dei flussi economici prodotti dall'associazione e spartiti tra i soggetti coinvolti nel sistema organizzativo multilivello adottato, nei termini programmati dal patto associativo criminale".