Monasterace (Rc), Lanzetta decisa a lasciare "Dimissioni irrevocabili".

lanzetta maria carmela - di Alessia Candito - Alla fine gli attestati di solidarietà sono arrivati. Tantissimi. Assolutamente bipartisan. C'è stata anche una fiaccolata che ha attraversato le vie della città per sostenerla. Ma Maria Carmela Lanzetta, ormai ex sindaco di Monasterace, piccolo centro in provincia di Reggio Calabria, è rimasta sola troppo a lungo. L'ennesima intimidazione è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: dopo quei colpi di pistola che hanno crivellato la sua auto e la serranda della farmacia di famiglia, Lanzetta ha deciso di gettare la spugna.
«Mi hanno distrutto l'anima, non posso continuare a combattere a mani nude», ha dichiarato sconsolata il sindaco che già nove mesi fa è stata vittima di una pesantissima intimidazione. All'epoca, ignoti avevano appiccato il fuoco alla farmacia di famiglia, e solo il caso o la fortuna, ha fatto sì che non ci fossero vittime da piangere.
Anche dopo quella selvaggia aggressione, erano arrivati puntuali gli attestati di solidarietà, i messaggi di vicinanza e conforto. L'allora sindaco Lanzetta era stata invitata anche a prendere parte alla sessione speciale della Commissione regionale contro la 'ndrangheta, dedicata agli amministratori calabresi presi di mira dal crimine organizzato. Ma poi è tornato il silenzio su Monasterace. E in silenzio Lanzetta ha provato a continuare a fare il proprio lavoro di amministratrice.
Ha provato – ad esempio – a convincere i morosi a pagare l'acqua pubblica che per anni, a Monasterace, hanno pagato in pochi. Il Comune si è impegnato in una campagna fatta di solleciti, avvisi pubblici e manifesti in strada, fino a quando la Giunta non ha optato per un'azione drastica: interrompere l'erogazione per tutti i morosi. "Ma io – ha spiegato Lanzetta – devo difendere il pensionato monoreddito che paga puntualmente e non occultare gli abusi". Qualche giorno dopo, puntuali, sono arrivate le pallottole.
Una casualità? Forse. In ogni caso, toccherà ai giudici a stabilire in quale contesto sia maturata questa come la precedente intimidazione. Nel frattempo però, alla solitudine dell'amministratrice si è unito un senso di umana impotenza. E di fallimento. «Mollo perché non sono nelle condizioni di svolgere la mia funzione di primo cittadino – ha fatto sapere - Non solo e non tanto per le minacce e le intimidazioni, ma perché non ho gli strumenti per realizzare ciò che avevo in mente».
Maria Carmela Lanzetta non è una novellina alle prime armi nella gestione della Cosa pubblica. Guida da sei anni l'amministrazione di Monasterace. Il suo è – o meglio era – il secondo mandato alla guida del piccolo centro dello Jonio calabrese, ma – ha lasciato intendere l'ex sindaco - contro quella che appare una precisa strategia della criminalità organizzata locale finalizzata ad interferire sulla regolare attività amministrativa del Comune, dedizione per la comunità, sacrifici e rinunce non bastano. Monasterace afferma l'ex sindaco "rimane ingovernabile".
Ci ha provato Maria Carmela, senza guardare in faccia nessuno. Non ha avuto paura di toccare i poteri forti della zona, come quelli che si nascondono dietro le serre, vero e proprio motore economico del paese, dal quale i sindacati – ad eccezione della Uil - sono stati mandati via. È intervenuta per tentare di tutelare le sessantuno donne e i tre uomini che lì lavorano le talee di crisantemo, a temperature impossibili e in condizioni inumane e che dal 2010 non venivano pagati regolarmente. Lanzetta si è spesa personalmente perché prefettura e ufficio provinciale del lavoro affrontassero la situazione. Allo stesso modo, a viso aperto, non ha avuto remora alcuna a sfasciare per ben due volte la Giunta, durante la passata consiliatura, per allontanare persone che non riteneva degne della propria fiducia. E queste non sono che alcune delle battaglie che in passato ha deciso di combattere, spesso in solitudine. Ma- almeno per adesso - Lanzetta sembra stanca di lottare.