Reggio, Osservatorio sul disagio abitativo: “Alloggi popolari sono bene collettivo, non bene da svendere”

"La politica degli alloggi popolari, se venisse gestita considerando il patrimonio erp un bene collettivo, costituirebbe una misura sociale strutturale che garantirebbe coesione sociale e l'inclusività delle fasce più deboli, com'è necessario in una comunità civile e come lo è in modo particolare in questo momento di pandemia e di crisi economica.

Purtroppo negli ultimi sette anni le due Amministrazioni guidate da Giuseppe Falcomatà hanno scelto la via della dismissione della politica degli alloggi popolari e quindi del diritto fondamentale alla casa.

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"A questo punto chiediamo cosa intenda fare l'Amministrazione guidata dal sindaco ff P. Brunetti, che per il settore Erp ha nominato un nuovo Assessore, F. Gangemi e un nuovo dirigente, G. Minniti. Si vuole continuare nella scelta della dismissione della politica degli alloggi popolari o si intende rilanciarla aprendo una nuova pagina?
Le necessità di un rilancio sono fin troppo evidenti. Tuttavia per comprendere l'importanza della politica degli alloggi popolari nella nostra città è utile dire che, nonostante una gestione fuori controllo per scelta politica, il patrimonio di edilizia popolare , realizzato nel corso dei decenni attraverso la solidarietà fiscale della collettività, garantisce oggi il diritto alla casa in modo strutturale a circa 6.000 famiglie reggine a reddito basso (che costituiscono circa l'8% di tutte le famiglie reggine e circa il 40% di quelle che vivono in affitto). Questa è oggettivamente un'azione di welfare che non ha uguali nella nostra città. Se la politica degli alloggi popolari venisse tradotta in termini di aiuto al reddito, rapportando i prezzi degli affitti privati con i canoni degli alloggi, potremmo dire che ha costituito e costituisce ancora oggi, nonostante tutti i limiti posti dalla politica, una misura reddituale eccezionale che ha consentito e consente ancora oggi a qualche migliaio di famiglie di vivere dignitosamente evitando gli stenti, le privazioni e gli sfratti di chi, con reddito basso o senza reddito, viene strangolato dagli affitti privati in continuo aumento. Se si confronta la politica degli alloggi popolari con i bandi per l'erogazione dei fondi a sostegno degli affitti, i progetti di housing sociale e l'azione di una eventuale Agenzia della Casa comunale queste misure non possono che costituire delle sue modeste integrazioni. Nemmeno lontanamente potrebbero sostituire la politica degli alloggi popolari, se non con il preciso intento di negare il diritto alla casa.

Se l'Amministrazione comunale si impegnasse a far funzionare adeguatamente la politica degli alloggi popolari, questa aiuterebbe in modo consistente oltre le famiglie già assegnatarie molte altre famiglie a basso reddito, che oggi sono soffocate dall'affitto e dalla crisi in corso. L'importanza sociale della politica degli alloggi ben la comprese Italo Falcomatà, che , anche se non riuscì a correggerne le derive della gestione che già si presentavano a quei tempi, puntò concretamente sul suo rilancio, realizzando in diversi quartieri della città qualche centinaio di nuovi alloggi comunali con i fondi del "Decreto Reggio" ( Marconi, San Brunello, Madonna di Fatima).

Tale scelta politica ha cambiato in meglio la vita di tante famiglie reggine, che ancora oggi vivono in quegli alloggi a loro assegnati . Al contrario l'Amministrazione di Giuseppe Falcomatà nel 2016 decise di stornare per altre opere un finanziamento di 11 milioni di euro del "Decreto Reggio" destinato proprio a un'ulteriore realizzazione di nuovi alloggi .Un finanziamento che avrebbe garantito l'alloggio a circa 160 famiglie e che, dopo essere stato ripristinato nel 2019 dal Consiglio Comunale per l'acquisto di nuovi alloggi grazie ad una petizione popolare firmata da 534 reggine e reggini, non si sa ancora oggi che fine abbia fatto. Evidentemente la scelta scellerata di dismettere la politica degli alloggi popolari ha continuato a non mollare la presa. Questa scelta non solo genera da anni gravissimi danni nella vita di tante famiglie a reddito basso, ma ha portato anche l'Amministrazione comunale a non applicare la normativa vigente di cui essa stessa dovrebbe essere garante. Queste violazioni sono state denunciate dagli enti dell'Osservatorio sul disagio abitativo il 19 novembre scorso nell'audizione con la Seconda Commissione consiliare sulla Legalità. A due mesi dall'audizione, nonostante la gravità dei fatti denunciati, non risulta sia stato assunto alcun provvedimento.

Dopo due anni di pandemia ed il forte aumento di famiglie a reddito molto basso è assolutamente urgente attivare adeguatamente la politica degli alloggi popolari, attraverso la gestione prevista dalla normativa vigente ed utilizzando i fondi del Decreto Reggio e quelli del Pnrr per acquistare nuovi alloggi da assegnare alle tante famiglie che attendono da anni una casa come vincitrici del bando 2005 e come situazioni di emergenza abitativa. Operazione agevole in una città che vanta una sorta di primato nazionale ed europeo nel rapporto Case vuote/ abitanti : l'ultima stima Istat parla di oltre 65.000 alloggi vuoti o inutilizzati.

Per un confronto diretto sul tema il 21 dicembre scorso abbiamo richiesto un incontro al sindaco ff Brunetti e all'assessore Gangemi. Una richiesta che a tutt'oggi non ha ottenuto alcun riscontro".

E' quanto si legge in una nota dell'Osservatorio sul disagio abitativo.