Inchiesta ferrovie, archiviata querela contro Klaus Davi. Il Tribunale di Milano: "Diritto di cronaca su infiltrazioni ‘ndrangheta"

klaus davi  1"Klaus Davi nelle sue inchieste sulle ferrovie ha rispettato il diritto di cronaca tanto che perfino l'opponente gli dà ragione": è così che il giudice del Tribunale di Milano Aurelio Barazzetta ha archiviato la querela del boss Demetrio Logiudice nei riguardi del giornalista. Il boss di Sangiovannello non aveva preso bene l'inchiesta di Klaus Davi sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta nelle ferrovie, partita con un video risalente al 27 luglio 2017 (prodotto da RTV) in cui il giornalista intervistava un operaio che denunciava la presenza dominante e condizionante dei boss nella gestione delle società appaltatrici (https://www.youtube.com/watch?v=VTMAjr5iofk&ab_channel=KlausCondicio). Lo rende noto l'avvocato Francesco De Luca Foro di Vibo Valentia e avv. di Klaus Davi.

In una serie di post e di video negli anni Davi ha fatto emergere uno scenario di acclarata illegalità. Per il giornalista le società risponderebbero alla gestione di Gioacchino Riedo, una sorta di mediatore fra le cosche Tegano, De Stefano e Labate. In particolare, riferito a Demetrio Logiudice, Klaus Davi scriveva in un post 'incriminato' come mai Demetrio Lo Giudice e altri affiliati lavorassero per le società delle ferrovie senza andare mai sul posto di lavoro, al pari di altri pesi massimi della criminalità organizzata (https://www.facebook.com/klaus.davi.9/posts/1271126753301155).

A supporto dei propri articoli Klaus Davi pubblicava non solo l'intervista all'operaio in data 27 luglio 2017 ma altre successivamente negli anni datate 6 febbraio 2019 (https://www.youtube.com/watch?v=xDDKlEPHFGU&ab_channel=KlausCondicio) e 8 febbraio 2019 (https://www.youtube.com/watch?v=aqpzgbIOMY0&ab_channel=KlausCondicio).

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Il giudice Aurelio Barazzetta, che ha firmato il decreto di archiviazione, sottolinea come sia stato rispettato da Klaus Davi il principio di diritto di cronaca acclarato e che fosse evidente l'interesse pubblico della notizia pubblicata.

Annota il giudice di Milano nel dispositivo: "In merito alla conoscenza della notizia pertinente alle infiltrazioni mafiose in terra di Calabria nel servizio pubblico di trasposto ferroviario, non vi sono sostanziali divergenze se è vero che persino chi sostiene le ragioni dell'opponente (il boss Logiudice, ndr) mostra di condividere questo assunto".

Ovviamente felicissimo della sentenza si dice Klaus Davi: "Ancora una volta si dimostra che lavoriamo con scrupolo e rigore. E che la nostra inchiesta iniziata nel luglio 2017 sulle infiltrazioni nelle ferrovie in totale solitudine è cosa acclarata. Confido quindi nella Procura di Reggio Calabria affinché le precise responsabilità della cosca Tegano-De Stefano-Labate 'garantite' dalla figura di Riedo Gioacchino vengano messe in luce. Così come le intimidazioni ai danni degli operai e le presunte truffe denunciate negli anni dagli operai nella gestione delle assunzioni e dei finanziamenti della Regione".