Nuovo sbarco a Roccella Jonica, 76 migranti arrivati su una barca a vela: fermato il presunto scafista

sbarco-roccella-porto-nuovaIl Reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza, di stanza a Vibo Valentia, ha intercettato una imbarcazione a tre miglia dalla costa calabrese sulla quale erano stipati 76 immigrati clandestini di varie etnie, prevalentemente curdi iracheni e iraniani. La barca a vela, un 12 metri presumibilmente partito dalla Turchia che batteva bandiera italiana, è stato scortato fino al porto di Roccella Jonica per le operazioni di polizia a terra e la necessaria attività di assistenza dei migranti da parte. Sottoposto a fermo un uomo di nazionalità irachena sorpreso ai comandi della barca e che si sospetta fosse lo scafista dell'imbarcazione. L'operazione aveva preso avvio quando un velivolo della Guardia di finanza in perlustrazione avanzata aveva segnalato in rotta di avvicinamento all'Italia una barca a vela sospetta.

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Nel corso della notte il natante era stato tenuto sotto discreto controllo da un pattugliatore della Guardia costiera che ne ha monitorato i movimenti sino all'intervento delle vedette della Guardia di finanza. Alla data odierna i migranti sbarcati sulle coste calabresi nel 2021 sono più di 6.000 di prevalente origine mediorientale (soprattutto curdi provenienti da Iran, Iraq e Siria) o asiatica (pachistani e in misura minore afgani), in novanta eventi di sbarco. In totale sono 99 i trafficanti segnalati all'autorità giudiziaria nel corso dei servizi, 78 dei quali sono stati individuati dai militari della Guardia di finanza e 21 nel corso di indagini congiunte con altre forze di polizia. In particolare, per quanto riguarda gli sbarchi nel Reggino i finanzieri hanno fermato, anche in collaborazione con la Polizia di Stato, 54 trafficanti su un totale di 59 segnalati all'autorità giudiziaria di Locri e Reggio Calabria, mentre per gli sbarchi nel Crotonese, su un totale di 46 responsabili individuati dalle forze di polizia, i militari della Guardia di Finanza ne hanno segnalati 44. Grazie agli incontrovertibili elementi di prova raccolti nella stragrande maggioranza dei casi, l'attività di servizio ha consentito di arrivare alla condanna dei trafficanti a pene detentive effettive superiori ai tre anni di reclusione.