Reggio Calabria, l'Osservatorio sul disagio abitativo: "Dall'amministrazione comunale adesso attendiamo i fatti"

"L'Assessore Rocco Albanese ha risposto alla protesta del 28 aprile per il diritto alla casa. Non l'ha fatto con l'assegnazione di alloggi, ma dichiarando che il settore sta lavorando e riproponendo le promesse già fatte diverse volte negli ultimi mesi .

L'Assessore, senza fornire alcun dato, ha annunciato ancora una volta che il settore erp sta effettuando le verifiche e che potrebbero essere eseguiti alcuni sgomberi.

Se sono in atto delle verifiche che si intende portare a termine per far decadere le assegnazioni di chi ha perso il diritto ad un alloggio erp o per riappropriarsi di alloggi occupati illegalmente per assegnarli a chi ne ha necessità e diritto l'Assessore dovrebbe dichiarare pubblicamente entro quando, secondo programmazione, queste fasi saranno concluse.

L'Assessore ammette che il personale del settore erp è ridotto a poche unità, ma non dice nulla rispetto all'aumento dell'organico, che negli altri settori si sta attuando con piccoli numeri.

Per quanto riguarda la questione dei cambi alloggio, regolata dalla LR 32/1996 Titolo V artt. 42,43,44 e 45, si precisa che la Commissione mobilità non è interna al Comune, come sostiene l'Assessore: è stata costituita nel mese di settembre 2020 dall' Aterp Calabria insieme al Comune di Reggio Calabria - con un ritardo di circa 24 anni - solo grazie alla diffida presentata nel mese di luglio 2020 dagli enti e persone dell'Osservatorio sul disagio abitativo, che hanno chiesto l'applicazione della legge. Nonostante il gravissimo ritardo sul dettato della norma approvata nel 1996, il Comune di Reggio Calabria con la costituzione della Commissione mobilità ha applicato, fino ad oggi, solo una parte della legge. Difatti, il Comune non ha ancora completato l'applicazione della legge, perché non ha approvato il programma mobilità (artt. 42-44 LR 32/1996), fondamentale per garantire il pieno diritto al cambio alloggio. Gli enti dell'Osservatorio sul disagio abitativo, lo scorso 18 gennaio , hanno chiesto via pec all'Assessore, R. Albanese, alla Dirigente erp, V. Gugliemo e all'Aterp, l'applicazione del programma di mobilità contenente anche il provvedimento di mobilità di urgenza. Nonostante ciò dopo 4 mesi dalla nostra richiesta e quasi 25 anni dall'approvazione della legge che lo prevede, il programma continua a non essere approvato. Visto che l'Assessore Albanese ha dichiarato che uno dei capisaldi dell'azione di questa Amministrazione comunale è la legalità, lo invitiamo a dimostrare con i fatti quanto ha dichiarato provvedendo a redigere e far approvare il programma di mobilità e ad avviare i cambi alloggio, cominciando da quelli di urgenza.

Per quanto riguarda l'emergenza abitativa e la relativa graduatoria definitiva pubblicata a dicembre 2020, l'Assessore ha affermato che solo 28 su 318 domande sono risultate idonee "per come disciplinato dalla legge sull'emergenza abitativa". Ma l'Assessore con questa dichiarazione non ha considerato le molte zone d'ombra che hanno caratterizzato il percorso di istruttoria e valutazione attuato, applicando, tra l'altro, un regolamento comunale che fa acqua da tutte le parti. Ricordiamo che diverse domande di violenza domestica e di sfratto, che sono casi di gravissima emergenza abitativa, sono state escluse dalla graduatoria con motivazioni non del tutto corrispondenti alla legge. Nove domande presentate tra il 2018 ed il 2019 non sono state valutate e non è stata fornita alcuna giustificazione. Inoltre la gran parte delle 318 domande sono state istruite dopo quasi due anni dalla loro presentazione, mentre il regolamento comunale prevede che l'istruttoria di ogni istanza debba essere effettuata entro 15 giorni dalla presentazione della stessa. È chiaro che le emergenze abitative non possono essere gestite in questo modo e con un regolamento inadeguato. L'Assessore dovrebbe promuoverne la modifica.

Rispetto alla ex Polveriera apprezziamo che il Comune si stia impegnando per dare un alloggio alle famiglie rimaste nella baraccopoli. Tuttavia le famiglie rimaste nel ghetto, da quando il Comune il 30 settembre 2018 ha fermato il progetto di smantellamento, non sono 3 (tre), come dichiara l'Assessore, ma 16 (sedici) . Di questi 2 (due) hanno già avuto assegnato un alloggio confiscato, ma non si sono ancora trasferiti, perché il Comune dovrebbe effettuare negli stessi alloggi alcuni interventi di manutenzione; mentre gli altri 14 (quattordici) nuclei attendono ancora l'assegnazione di un alloggio. Il dato relativo ai 16 nuclei familiari è riscontrabile nella documentazione del progetto prodotta dal Comune di Reggio Calabria nell'anno 2018, nel periodo in cui è stato effettuato il censimento delle famiglie da parte del dr Giancarlo Cutrupi, prima per baracca e successivamente aggiornato per nucleo familiare. Dal momento del blocco del progetto nel 2018, contrariamente alle dichiarazioni diffuse da qualcuno, nessuna nuova famiglia si è insediata nella baraccopoli.

Infine l'Assessore nella sua risposta ha omesso due punti di fondamentale importanza.

Il primo riguarda la questione finanziaria del settore alloggi popolari, per la quale il Comune da anni, contravvenendo al dettato legislativo, utilizza le entrate dai canoni e dalle vendite degli alloggi erp (almeno 5,5 milioni di euro) accantonandoli per altre finalità e non garantendo la manutenzione straordinaria degli alloggi, l'acquisizione di nuovi alloggi e le spese amministrative. A questo riguardo gli enti dell'Osservatorio sul disagio abitativo lo scorso 15 aprile hanno chiesto alla Giunta comunale, e quindi anche allo stesso Assessore, di inserire tutti i fondi accantonati negli anni precedenti nel Bilancio di previsione 2021- 2023, destinandoli al settore erp. Nessuna risposta è stata fornita e la Giunta ha approvato il Bilancio di previsione, che dovrà passare dal Consiglio Comunale, continuando a destinare le entrate del settore per altri fini. In questo modo continueranno ad essere bloccate la manutenzione e diverse altre attività del settore.

Il secondo punto omesso è quello del finanziamento del Decreto Reggio di 11 milioni di euro, finalizzato all'acquisto di nuovi alloggi da assegnare alle famiglie grazie ad una petizione popolare presentata il 18 febbraio 2019. Il Comune dovrebbe sollecitare la risposta definitiva del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per poter procedere con il bando di acquisto, ma dal 2019 non si hanno notizie in merito.

Di fronte alle diverse promesse, purtroppo disattese, adesso attendiamo i fatti".

E' quanto si legge in una nota dell'Osservatorio sul disagio abitativo: Un Mondo Di Mondi, CSOA Angelina Cartella, Reggio Non Tace, Ancadic, Società dei Territorialisti/e Onlus, Collettiva AutonoMia.

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