Melito Porto Salvo (RC) dice addio al "ghetto" di Via del Fortino. Trovati alloggi per le 8 famiglie

Il 19 aprile 2021 diventa una data memorabile per Melito Porto Salvo.

Il Comune, grazie alla determinazione ed al lavoro della Commissaria prefettizia dott.ssa Colosimo, dei due subcommissari, dr Maldonato e dr Picone, e del Comandante della Polizia municipale, avv. Laganà, ha infatti demolito quel che rimaneva del ghetto di Via Del Fortino, assegnando alloggi in dislocazione alle otto famiglie ancora rimaste nelle baracche.

Il progetto di equa dislocazione delle famiglie del ghetto è nato nel 2002, dalla proposta avanzata dalla Sezione Opera Nomadi di Reggio Calabria (oggi associazione Un mondo di mondi), che aveva contestato il progetto di trasferimento del ghetto in una località fuori dal centro abitato. Ma il Comune di Melito Porto Salvo, dopo aver dislocato, nel corso degli anni, diciassette delle venticinque famiglie residenti nel ghetto e aver demolito le baracche dei nuclei dislocati, non completò l'operazione.

--banner--

La Commissione prefettizia, guidata dalla dott.ssa Colosimo, è riuscita ad ultimare l'operazione che garantisce finalmente il diritto all'abitare a queste famiglie. Il ghetto di via del Fortino, nato circa 50 anni fa, condannando all'emarginazione per molti anni un gruppo di famiglie melitesi ( 25 -30 famiglie) è stato finalmente eliminato. Ciò che rende questo avvenimento significativo è il fatto che queste famiglie non sono state abbandonate per strada, come invece avviene in altri comuni , ma a queste persone è stato garantito un alloggio in dislocazione, in diversi quartieri della Città per favorirne l'inclusione.

L'idea della Commissione prefettizia di mettere mano al complicato intervento di chiusura definitiva del ghetto nasce l'anno scorso, considerando la necessità di reperire gli alloggi necessari per i nuclei familiari, ma anche di mettere fine alla triste storia del ghetto che da tempo è diventato anche una terribile discarica di rifiuti di ogni genere e quindi un grave pericolo per la salute pubblica.

Con la collaborazione dell'associazione Un Mondo di Mondi, il Comune ha provveduto a censire le famiglie residenti nella baraccopoli e subito dopo ha avviato un dialogo con le stesse famiglie finalizzato all'uscita dalla baraccopoli.

Il Comune, attraverso il Comando della Polizia municipale, ha effettuato, secondo la norma vigente, le verifiche sulla permanenza dei requisiti degli assegnatari degli alloggi comunali ed è riuscito a riprendere nella propria disponibilità circa 30 alloggi popolari ( circa il 10% dell'intero patrimonio erp comunale), destinandoli per le assegnazioni delle famiglie del ghetto e delle famiglie vincitrici del bando comunale 2019. Questa operazione di legge che serve per applicare il turn-over e la gestione legale nelle assegnazioni degli alloggi popolari ha consentito di togliere gli alloggi a chi non ne aveva più diritto per assegnarli a chi ne ha diritto Quest'azione di verifica purtroppo risulta inapplicata dalla quasi totalità dei Comuni dell'area metropolitana e per questo quanto avvenuto al Comune di Melito PS ha una valenza che va oltre la questione della baraccopoli.

Per la riqualificazione dell'area e per la ristrutturazione degli alloggi da assegnare, la Commissaria prefettizia ha pure richiesto al Ministero dell' Interno un finanziamento di 500.00 euro. Il Ministero ha risposto riconoscendo, attraverso la Prefettura di Reggio Calabria, un finanziamento di 300.000 euro che consentirà di realizzare una parte importante dell'intervento.

Il lavoro di reperimento alloggi con le verifiche, quello di dialogo con le famiglie del ghetto si è dimostrato molto faticoso e complesso, ma il Comune non ha abbandonato il progetto e ha continuato l'azione nonostante tutte le difficoltà producendo alla fine il risultato atteso da 19 anni.

La scelta di eliminare definitivamente la baraccopoli con l'equa dislocazione abitativa delle famiglie, insieme all'applicazione delle verifiche sui requisiti degli assegnatari hanno attirato sulla Commissione prefettizia molte critiche. Probabilmente le stesse che hanno frenato le Amministrazioni per quasi due decenni sulla chiusura del ghetto e sulle verifiche degli alloggi.

Le stesse critiche e la probabile perdita di consenso, possono influire sulle Amministrazioni di altri Comuni nella scelta di non eliminare le baraccopoli esistenti (due fra tutte: l'ex Polveriera di Reggio Calabria e Via Asmara a Gioia Tauro) e di non applicare il turn-over negli alloggi popolari.

Ma oggi Melito Porto Salvo ha abbattuto il ghetto che ha segnato il suo territorio per circa 50 anni e, nell'eliminarlo, ha avviato la gestione legale del suo patrimonio di alloggi popolari.

Un ottimo esempio per tutti, non solo in ambito locale.