Caso “Miramare”: i tanti “non so” e “non ricordo” dell’ex assessore Giuseppe Marino

marino giuseppedi Claudio Cordova - Riesce a non dare risposta, addirittura, alla domanda del pm Walter Ignazitto su quale fosse il settore di interesse del notissimo imprenditore reggino, Carlo Montesano. Nel processo sull'affidamento diretto, da parte della Giunta di Giuseppe Falcomatà, dell'ex albergo "Miramare" è il turno dell'allora assessore Giuseppe Mirano, presente alla riunione "incriminata", con cui l'Esecutivo di Reggio Calabria avrebbe affidato per tre mesi la gestione di uno dei "gioielli di famiglia" alla semisconosciuta associazione "Il Sottoscala" dell'imprenditore Paolo Zagarella, considerato vicinissimo al sindaco, tanto da avergli concesso gratuitamente i locali per la sede con cui ha affrontato le primarie del Partito Democratico.

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La deposizione dell'ex assessore Marino è costellata di "non so" e "non ricordo", anche su circostanze che sembrerebbe ovvio ricordare.

Oltre a questo, il racconto di Marino è sovrapponibile a quello degli altri imputati che lo hanno preceduto e succeduto nei confronti in aula con i pm Walter Ignazitto e Nicola De Caria: "La linea era quella di valorizzare i beni di pregio e di non svenderli. Della delibera sul "Miramare" sentì parlare per la prima volta nella riunione del 16 luglio".

L'assessore al ramo, Mattia Neto, è assente. E', infatti, l'unico membro della prima Giunta Falcomatà a non essere finita a processo. Anomalo che si discuta, nonostante quest'assenza, la delibera. Ma c'è fretta e vengono superate anche le obiezioni poste dall'assessore ai Lavori Pubblici, Angela Marcianò, già condannata in primo grado nello stralcio abbreviato: "Era già metà luglio, non c'era tempo di fare un bando, come richiesto dall'assessore" spiega Marino.

Il dato costante della difesa di tutti gli imputati è però, che l'assessore Marcianò sia stata presente per tutta la durata della Giunta, arrivando all'approvazione. Circostanza da sempre smentita dalla stessa co-imputata, ma sostenuta anche da Marino.

E così, in assenza di bando, la struttura viene assegnata all'associazione di Zagarella, unica ad aver, con un semplice fax, avanzato la voglia di gestire il "Miramare". Forse perché le altre migliaia di associazioni reggine non sapevano. Ma Marino ha un'idea diversa: "Non ritengo un'anomalia il fatto che si arrivata solo una richiesta. Magari ci fossero associazioni disposte a far rivivere gli spazi senza costi per l'Amministrazione. La richiesta dell'associazione "Il Sottoscala" è stata un'opportunità per la città". Tra un "non ricordo" e un "non so", Marino specifica però che non vi era alcun parere tecnico negativo nei confronti di quell'associazione dal passato e dal futuro ignoto: "Non conoscevo l'associazione, impossibile conoscerle tutte. Il parere di regolarità tecnica mi diceva che non c'erano problemi". Secondo il pensiero dell'ex assessore comunale, grazie a quella iniziativa nei mesi successivi il "Miramare" sarebbe effettivamente rifiorito. E anche la vicinanza tra Zagarella e il sindaco Falcomatà non sarebbe un problema: "Io non sapevo che il rappresentante dell'associazione "Il Sottoscala" fosse Zagarella, l'ho appreso dai giornali. Non conoscevo nemmeno Zagarella, l'ho conosciuto all'udienza preliminare. Ma se avessi saputo di un qualsiasi legame, avrei comunque votato a favore, perché quella risposta era nell'interesse della città".

L'ex assessore, quindi, rivendica la legittimità del proprio operato e di quello della Giunta: "Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo politico e sociale". In realtà, dopo le polemiche politiche e giornalistiche, l'associazione non avrà mai l'effettivo affidamento, anche se, a detta di alcuni testimoni, Zagarella era in possesso delle chiavi del "Miramare" già prima dell'approvazione della delibera: "Non ho mai saputo di questa circostanza, la ritengo una chiacchiera" afferma Marino.

L'ennesimo "non so" della sua deposizione. E, per inciso, Montesano è attivo, soprattutto, nel settore alberghiero.