Turchia, le associazioni reggine: “Bene parole Draghi su Erdogan, ora venga infranta l’indifferenza alle reiterate violazioni dei diritti umani e civili”

Riceviamo e pubblichiamo una nota di un gruppo di associazioni reggine*:

"Adesso che perfino il Presidente del Consiglio Mario Draghi ci esorta a chiamare Recep Tayyip Erdogan per quello che è, ossia un dittatore, dopo l'ultimo atteggiamento sprezzante ed offensivo nei confronti dell'Unione Europea rappresentata da una donna, la presidente von Der Leyen, anche dall'alto delle nostre istituzioni veniamo esortat* a guardare la Turchia per quello che da tempo è ormai diventata. Un carcere a cielo aperto in un processo progressivo, ma inesorabile di fascistizzazione della società, che ha visto svuotare le carceri da assassini, stupratori, terroristi fondamentalisti, e riempirle di musicisti/e, insegnanti, avvocati/e, giornalisti, politic* dell'opposizione, e da ultimo di donne, femministe e non, e di membri della comunità LGBTQIA+ dopo l'attacco infine frontale alla loro libertà e diritti con il ritiro dalla Convenzione di Istanbul di qualche giorno fa.

La chiusura di tutti gli spazi di democrazia all'interno della società turca va di pari passo con la politica aggressiva e guerrafondaia nei paesi vicini (Siria, Grecia, Cipro, Libia), col rischio di destabilizzare irrimediabilmente tutta l'area del Mediterraneo orientale, così prossima a casa nostra. Nonostante la definizione finalmente appropriata da parte di un nostro capo di governo, chiediamo che alle parole seguano i fatti e che venga infranta l'indifferenza alle reiterate violazioni dei diritti umani e civili per la salvaguardia degli interessi commerciali e della chiusura delle frontiere. E lo chiediamo, a partire dal riconoscimento della condizione di tortura in cui da oltre vent'anni versa il più illustre prigioniero politico in Turchia, Abdullah Ocalan, il Mandela curdo. Ancora vivo anche se, spesso, ci sono campagne di allerta per il suo stato di salute. Ocalan, che anche dalle durissime condizioni di reclusione a cui è sottoposto, lavora instancabilmente per la pace e la convivenza democratica in un'area dove soffiano venti di repressione e guerra.

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"Oggi questa situazione è diventata evidente anche ai tanti distratti e indifferenti pronti sempre a girarsi dall'altra parte. Oggi le associazioni reggine ribadiscono con ancora più forza la necessità di concludere, qui ed ora, quel percorso di umanità, civiltà, onestà intellettuale proposto da una parte della società civile della nostra città e fatto proprio dalla Giunta comunale, con il conferimento della cittadinanza onoraria di Reggio Calabria, come di tante altre città italiane, al presidente Ocalan. Manca solo l'avallo e ratifica del Consiglio Comunale e non c'è momento migliore di questo per una sua pronta attribuzione. I labili veli dell'ipocrisia sono stati stracciati perfino da Draghi".

*Le organizzazioni firmatarie:
Rete Jin RC, CSOA "Angelina Cartella", NonUnaDiMeno RC, UDI RC Aps,
Associazione "Immezcla", Associazione "Il cuore di Medea onlus", Associazione Magnolia, Gastretto RC, CSC "Nuvola Rossa," Movimento Reggio Non Tace, Collettivo "La Strada", ARCI RC, AGEDO RC, Potere al Popolo RC, MAG delle Calabrie, Associazione "Un mondo di mondi", Circolo del Cinema "Cesare Zavattini",
Legambiente Circolo "Reggio Calabria Città dello Stretto", Reggio Bene Comune