Elezioni metropolitane Reggio Calabria: "S’Intesi" a rischio esclusione, ecco le motivazioni

reggio palazzoalvaro ampiadi Walter Alberio - Nuova grana per il centrosinistra e per il sindaco Giuseppe Falcomatà. "S'Intesi", una delle quattro liste in corsa alle elezioni per il rinnovo del Consiglio metropolitano di Reggio Calabria, non è stata ammessa alla competizione di "secondo livello" del prossimo 24 gennaio. L'ufficio elettorale ha infatti ricusato, a maggioranza, la lista di centrosinistra.

In particolare, nella riunione dell'8 gennaio, i componenti dell'ufficio elettorale rilevano che la lista S'Intesi risulta sottoscritta da 52 presentatori, anziché 53, e che la dichiarazione di accettazione della candidatura della consigliera comunale di Scilla, Rosa Maria Marcianò, alla data di sottoscrizione, era priva degli estremi dell'autenticatore, della sottoscrizione dello stesso e del timbro. A nulla varrebbe il tentativo di sanare la posizione della candidata con la consegna da parte del delegato della lista "S'Intesi, Massimiliano Merenda, della dichiarazione di accettazione autenticata (in data 8 gennaio) dal sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà e della copia della deliberazione del Consiglio comunale di Scilla. L'ufficio elettorale ha infatti osservato che alcuna sanatoria o integrazione postuma può essere ammessa, "trattandosi non di mera irregolarità ma di formalità essenziale da osservare alla competizione elettorale".

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"S'Intesi", inoltre, non sarebbe conforme alla legge 56/2014, secondo cui nelle liste nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 60% del numero dei candidati. In caso contrario, l'ufficio elettorale 9 riduce la lista, cancellando i nomi dei candidati appartenenti al sesso più rappresentato. La formazione di centrosinistra che conta 8 candidati maschi su 13, quindi oltre il 60%, è stata dunque ridotta a 10 candidati (6 uomini e 4 donne), considerando anche l'esclusione di Rosa Maria Marcianò. Espungendo il candidato del genere prevalente, sono stati 'tagliati' Paolo Antonio Ferrara, consigliere comunale di Platì, e Vincenzo Loiero, sindaco di Grotteria.

In merito alla ricusazione, "S'Intesi" ha annunciato che ricorrerà al Tar (leggi qui). Il ricorso della formazione di centrosinistra, che candida alcuni esponenti molti vicini al sindaco come l'ex vice Armando Neri e il consigliere comunale Carmelo Versace, oltre a un altro esponente della maggioranza quale Giuseppe Giordano, dovrebbe fare leva sul numero minimo di sottoscrittori. Una disposizione del responsabile dell'ufficio elettorale del 7 gennaio, infatti, annulla parzialmente il precedente provvedimento, (ri)portando il numero minimo di sottoscrittori da 53 a 50.

I segretari comunali di Monasterace, San Ferdinando, San Pietro Caridà, Seminara e Terranova Sappo Minulio avevano fatto pervenire, successivamente al termine del 23 dicembre – si legge nel documento – le attestazioni, con l'elenco e le generalità complete del sindaco e dei consiglieri comunali. L'ufficio elettorale, ritenendo di "dover consentire la più ampia partecipazione al voto da parte degli amministratori del territorio", ha incluso i Comuni 'ritardatari' e rideterminato il numero di elettori (1054) e, di conseguenza, il numero minimo di sottoscrittori, corrispondente al 5% del corpo elettorale. Con la disposizione del 7 gennaio, però, l'ufficio elettorale è tornato sui propri passi ripristinando a 50 il numero minimo di sottoscrittori necessari per la presentazione delle liste. Il numero minimo di sottoscrittori, "in ossequio alle richiamate 'Istruzioni operative - spiega il responsabile dell'ufficio elettorale -, doveva restare quello individuato sulla base delle attestazioni pervenute dai predetti segretari comunali fra il 21 e 23 dicembre 2020".