Trentenne di Polistena (RC) caduta a Messina, l’avvocato: “Dal Comune ancora nessun risarcimento”

"E' uno degli scorci più suggestivi di Messina, meta anche di tantissimi turisti, ma versa in condizioni pietose e, soprattutto, in questo stato continua a essere pericolosa. Ne sa purtroppo qualcosa una trentenne di Polistena, in provincia di Reggio Calabria, che lungo le celebri scalinate (pubbliche) di Santa Barbara è svicolata e caduta malamente, riportando gravi lesioni a causa di materiale oleoso sparso sui gradini, e che, soprattutto, da oltre un anno e mezzo sta cercando invano, con il supporto di Studio3A-Valore S.p.A. di essere adeguatamente risarcita: il Comune non si è neppure degnato di dare una risposta alle innumerevoli richieste danni presentate in questi mesi". È quanto si legge in una nota della stessa Studio3A-Valore S.p.A.

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"L'infortunio è capitato il 23 maggio 2018, alle 10.45: la malcapitata stava scendendo la scalinata della via Salita Santa Barbara, in pieno centro storico cittadino, quando ha perso l'equilibrio su della sostanza viscida presente in uno dei gradoni, e lasciata verosimilmente dai frutti degli alberi soprastanti che si depositano regolarmente al suolo. La conseguente caduta è stata rovinosa: la giovane ha "percorso" di schiena svariati gradini della scala, il tutto sotto gli occhi di una collega di lavoro che la stava attendendo alla fine della gradinata, che ha assistito a tutta la scena, così come altri passanti, e che ha chiamato i soccorsi – si legge – la donna, infatti, era molto sofferente e non riusciva più a muoversi: è stata trasportata in ambulanza al Pronto Soccorso dell'ospedale Piemonte dove le hanno riscontrato, tra le altre cose, la frattura di una vertebra dorsale. La paziente è stata quindi trasferita al Policlinico Martino dove, nella stessa serata del 23 maggio, è stata sottoposta a un intervento chirurgico di "neurocalibrazione dello speco vertebrale, ligamentotassi, stabilizzazione e ricostruzione somatica", per una prognosi di non poco conto. La trentenne è rimasta ricoverata fino al 28 maggio, poi per oltre un mese è dovuta rimanere immobile e, naturalmente, non si è potuta recare al lavoro, ha dovuto assumere farmaci antidolorifici, sottoporsi a fisioterapia per recuperare la funzionalità dell'area lombo sacrale fondamentale per la deambulazione e le è comunque residuata una importante invalidità permanente stimata nel 25 per cento, tanto più pesante in ragione della sua giovane età: la sua vita non sarà più come prima".

"Per essere assistita e adeguatamente risarcita di tutti i danni fisici, morali e patrimoniali (per pagare le costose cure di cui ha avuto bisogno) subiti, la danneggiata, attraverso il consulente legale, dott. Giuseppe Cilidonio, si è quindi affidata a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha subito presentato richiesta in tal senso al Comune di Messina, in qualità di ente proprietario e gestore della scalinata, le cui responsabilità per omessa custodia appaiono evidenti – aggiunge – premesso che la scalinata non è neppure dotata di corrimano dove eventualmente aggrapparsi in caso di perdite di equilibrio, la caduta è stata dovuta alla carente manutenzione e pulizia dei gradini, situazione che nel tempo non è mutata se è vero che anche di recente sono state lanciate pubbliche denunce sullo stato di degrado del luogo. L'insidia, inoltre, non era visibile né era stata predisposta alcuna segnaletica che avvisasse i pedoni del pericolo di scivolosità".

"Pur essendo stata inviata tutta la documentazione medica comprovante le lesioni e il calvario patito dall'infortunata, nonché le dichiarazioni testimoniali attestanti la dinamica dei fatti, a partire da quella della collega – conclude – tuttavia, il Comune di Messina in tutti questi mesi non solo non ha fornito le coperture assicurative, ma non si è neppure degnato di dare a Studio3A un cenno di risposta sulla posizione che intende tenere: inutili anche i tentativi con l'Avvocatura. Dopo tutto ciò che ha passato, la giovane per essere risarcita sarà anche costretta a intentare una causa civile".