Locri, i posti letto Covid saranno allestiti all'interno dell'ospedale: fallisce l'ipotesi di una struttura esterna

LOCRI-OSPEDALEdi Mariateresa Ripolo - Ha dato esito negativo il sopralluogo effettuato nei giorni scorsi a Locri dall'Esercito e dalla Protezione civile: accantonata l'ipotesi di allestire uno dei quattro ospedali da campo richiesti dal presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, per far fronte all'emergenza Covid in Calabria. Cosenza, Crotone, Vibo e Locri erano le aree individuate dove far sorgere quattro strutture militari munite di terapie intensive e personale qualificato. Si cerca adesso una soluzione che possa garantire l'incremento di posti letto Covid all'interno del nosocomio di Locri. A darne notizia è il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, delegato alla Sanità: "Si procede verso la soluzione interna alla struttura ospedaliera, in un'area dedicata. - spiega il primo cittadino - L'area individuata è quella degli uffici amministrativi che verrebbe rapidamente adeguata per affrontare la situazione di emergenza".

Nella giornata di ieri un ulteriore sopralluogo della Protezione Civile e del Commissario regionale Antonio Belcastro avrebbe messo la parola fine alla possibilità di allestire un ospedale da campo a Locri. Ed effettivamente, i dubbi sulla reale utilità di una struttura da "guerra", proprio a pochi metri da un ospedale funzionante, sono leciti.

Intanto aumentano esponenzialmente i casi di positività al Covid-19 in tutti i paesi della Locride: "Abbiamo abbondantemente superato i 600 casi certi e presumiamo siano intorno agli 800", ha scritto su Facebook Calabrese.

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Cresce, dunque, l'apprensione dei sindaci, che qualche settimana fa si erano riuniti in un'assemblea straordinaria al termine della quale avevano avanzato delle richieste ben precise alla Regione: tutte, fino ad ora, rimaste inascoltate. I sindaci avevano chiesto il potenziamento dei posti letto in terapia intensiva e sub-intensiva con l'utilizzo dell'ex ospedale di Siderno come centro Covid e l'attivazione di ulteriori Usca.

"Non ci è chiara - afferma ancora il primo cittadino di Locri - la situazione dei test antigenici rapidi. Molti sono positivi ma non vengono tracciati a causa di un corto circuito nel sistema di comunicazione tra istituzioni sanitarie, militari e civili. Altri cercano di nascondere la positività". Dunque, sono molti i dubbi sul reale numero dei casi e dopo diverse settimane dall'inizio della seconda ondata di Covid ci sono ancora incertezze su come l'emergenza verrà gestita: "Attendiamo ora di conoscere i tempi per la realizzazione degli interventi necessari e, soprattutto, sapere quali e quante risorse umane saranno destinate alla struttura emergenziale", ha concluso Calabrese.