Processo a Lucano, la difesa sulle carte d'identità gratuite: "Una normativa gli consentiva di farlo"

lucano5di Mariateresa Ripolo - Una legge dello Stato, secondo la difesa di Mimmo Lucano, avrebbe permesso il rilascio gratuito delle carte d'identità a chiunque ne avesse fatto richiesta presso il Comune di Riace. È quanto emerge dall'ultima udienza del processo "Xenia", che vede imputate insieme al'ex sindaco altre 26 persone, accusate, a vario titolo, di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, truffa e abuso d'ufficio nella gestione dei progetti di accoglienza agli immigrati.

«Lucano era il responsabile e comandava lui». A testimoniare, nell'aula del tribunale di Locri, una dipendente del Comune nell'Ufficio Anagrafe. Secondo l'accusa, l'ex sindaco di Riace avrebbe messo in piedi un vero e proprio sistema attraverso il quale venivano rilasciati gratuitamente i documenti agli immigrati che ne facevano richiesta. «Anche se non c'erano i requisiti necessari, permesso di soggiorno e residenza - ha ribadito la teste in aula - i documenti venivano rilasciati ugualmente, decideva Lucano». «Io sono il responsabile e ne rispondo personalmente», così avrebbe detto, secondo la testimonianza della donna, l'ex sindaco e responsabile dell'Ufficio Anagrafe del comune di Riace, ai dipendenti che obiettavano.

5,50 euro il costo di una carta d'identità. Il "danno" totale calcolato per il mancato pagamento dei diritti di segreteria ammonta, dal 2012 al 2017, a circa 12 mila euro. Secondo l'accusa, «per legge i diritti di segreteria devono essere riscossi».

--banner--

«Una normativa dello Stato gli consentiva di farlo». Secondo i difensori di Lucano, l'ex sindaco avrebbe potuto decidere di non far pagare i diritti di segreteria. Secondo l'articolo 2 della legge 15 maggio 1997, n.127 "Misure urgenti per lo snellimento dell'attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo", «I comuni che non versino nelle situazioni strutturalmente deficitarie [...] possono prevedere la soppressione dei diritti di segreteria da corrispondere per il rilascio degli atti amministrativi». «Possono inoltre prevedere la soppressione o riduzione di diritti, tasse o contributi previsti per il rilascio di certificati, documenti e altri atti amministrativi, quando i relativi proventi sono destinati esclusivamente a vantaggio dell'ente locale, o limitatamente alla quota destinata esclusivamente a vantaggio dell'ente locale».

Una legge a cui, tuttavia - ha affermato la testimone - «Lucano non aveva mai fatto riferimento».

Emerse in aula anche irregolarità riguardo il rilascio dei certificati di residenza agli immigrati, per i quali è necessario presentare nella documentazione il permesso di soggiorno e verificare, attraverso un controllo, la residenza nel Comune in questione. Controlli che, secondo l'accusa, non venivano effettivamente eseguiti in quanto era proprio l'ex sindaco il responsabile dell'Ufficio Anagrafe da cui dovevano partire le segnalazioni.