Trifoli dichiarato "ineleggibile", decaduto il sindaco di Riace: arriva la sentenza della Corte d'Appello

TRIFOLI-Antoniodi Mariateresa Ripolo - Antonio Trifoli non poteva candidarsi a sindaco di Riace. Arriva la conferma della Corte d'Appello di Reggio Calabria, dopo la sentenza del Tribunale di Locri che ne aveva attestato l'ineleggibilità. Accolto, dunque, il ricorso presentato da Maria Caterina Spanò, consigliere di minoranza e già candidata a sindaco di Riace. Il primo cittadino appoggiato dalla Lega, e successore di Mimmo Lucano, non avrebbe potuto candidarsi ed essere eletto, in quanto dipendente del Comune di Riace, con mansioni di vigile urbano. Trifoli, inoltre, in qualità di dipendente a tempo determinato del Comune non aveva diritto ad accedere all'aspettativa non retribuita per motivi elettorali.

La sentenza della Corte d'Appello. Confermando quanto deciso anche dal Tribunale di Locri, secondo i giudici di secondo grado «La conservazione del posto di lavoro per tutta la durata dell'aspettativa elettorale (garantita al lavoratore a tempo indeterminato) non è strutturalmente compatibile», e ancora «il contratto a tempo determinato è stato stipulato e le proroghe sono state adottate, non per esigenze del datore di lavoro, ma al fine di attuare la finalità solidaristica del processo di stabilizzazione del lavoratore, in vista di un miglioramento del suo status; gli oneri economici per la relativa attuazione sono sostenuti con fondi, non di provenienza del datore di lavoro, bensì con fondi appositamente erogati, con destinazione straordinaria, da soggetti terzi. L'aspettativa elettorale con conseguente diritto alla conservazione del posto di lavoro, non è, quindi, compatibile con questi ineliminabili presupposti, la cui predeterminazione e adozione esorbita dalle scelte del datore di lavoro, essendo squisitamente correlata alla realizzazione di una finalità di solidarietà sociale perseguita dallo Stato e con risorse dallo stesso assegnate».

La sentenza conferma anche la posizione assunta dal Viminale in una nota inviata alla Prefettura di Reggio Calabria, nel settembre del 2019, dove veniva sancita l'ineleggibilità di Trifoli, in quanto «tale condizione lavorativa caratterizzata dalla sussistenza, in capo al sindaco di Riace, di un rapporto di lavoro di carattere subordinato, a tempo parziale (26 ore settimanali) e determinato, rende applicabile, al caso di specie, la disciplina di cui al combinato disposto del comma 1, n. 7 e comma 8 dell'articolo 60 del decreto legislativo 267/2000». Trifoli, per regolarizzare la propria posizione, si sarebbe dovuto prima licenziare, in quanto la sua condizione lavorativa era incompatibile con una possibile candidatura a sindaco di Riace.

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Si potrebbero aprire, dunque, nuovi scenari per il paese simbolo dell'accoglienza, conosciuto in tutto il mondo per il modello di integrazione portato avanti dall'ex sindaco Mimmo Lucano. "Nel villaggio globale, a Riace, luogo simbolo dell'accoglienza nel mondo, tra vicoli e stradine del vecchio centro storico, sopravvive la mission dell'accoglienza ai rifugiati politici, esseri umani in fuga dalle guerre, dalla miseria e dalle persecuzioni", è il messaggio che proprio qualche giorno fa aveva diffuso Lucano tramite il suo profilo Facebook. Con l'amministrazione Trifoli, molte cose sono cambiate, a partire dal cartello "Paese dell'accoglienza" sostituito in favore di quello con su scritto "Paese dei santi Cosimo e Damiano". Un gesto simbolico che aveva decretato la fine di un'era per Riace. Ora, ne inizierà un'altra.