Presunto caso di malasanità a Locri, la testimonianza di Mariangela Amante: "Nessuno merita di morire come è morto mio padre"

LOCRI-OSPEDALEdi Mariateresa Ripolo - «Stava bene, praticava sport ed era il ritratto della salute». Non si danno pace i familiari di Giuseppe Amante, il 66enne di Bovalino morto per un'ischemia nel dicembre del 2019, dopo un vero e proprio calvario durato tre settimane e trascorso ricoverato prima all'ospedale di Locri, per poi essere portato d'urgenza a Reggio Calabria.

La moglie Matilde ci mostra le sue foto, quelle dove abbraccia teneramente i figli: «Vogliamo solo giustizia». La rabbia, per una morte che secondo la famiglia «poteva essere evitata», non lascia spazio alla rassegnazione. Nelle parole della figlia Mariangela, in occasione della Giornata dell'Indignazione organizzata a Locri, c'è il racconto di quegli interminabili giorni di sofferenza che hanno preceduto la morte del padre, trasferito all'ospedale di Reggio Calabria quando ormai era troppo tardi.

Capogiri e vomito i primi sintomi avvertiti dall'uomo che, visitato dai medici del 118, non viene portato in ospedale. Dopo due settimane, il 6 dicembre 2019, Amante si presenta al Pronto Soccorso di Locri, accusando gli stessi sintomi. Qui vengono effettuati una serie di esami ma viene dimesso la mattina seguente. Dopo due giorni viene portato nuovamente in ospedale: «Le crisi di vomito erano forti - ci racconta Mariangela - solo una dottoressa ha cercato di capire da cosa potessero dipendere». Due Tac danno esito negativo. Amante viene traferito nel reparto di Medicina, dove inizia un vero e proprio calvario: «Non riusciva a stare in piedi, non reagiva, ma per i medici non era nulla di grave», afferma la figlia. «Il medico di turno chiama un'ambulanza per il trasferimento a Reggio Calabria, che arriva dopo 6 ore, solo alla fine il codice giallo viene trasformato in codice rosso». Qui viene effettuata una risonanza magnetica, la diagnosi è ischemia.

Giuseppe Amante morirà il 12 dicembre 2019, dopo il ricovero in rianimazione, l'ischemia era ormai in fase acuta.

IL VIDEO: Presunto caso di malasanità a Locri, parla la figlia di Giuseppe Amante 

AMANTE-MARIANGELA

«Non dico che sarebbe stato semplice diagnosticarla - afferma Mariangela ai nostri microfoni - ma almeno la competenza di capire che forse era necessario trasferire mio padre in un ospedale con gli strumenti necessari».

Le indagini sono ancora in corso. «Abbiamo denunciato perché crediamo che sia giusto fare chiarezza su questa vicenda, non si può pensare di morire in questo modo nel 2020». Un lotta che dura da mesi, quella della famiglia Amante. Un presunto caso di malasanità su cui sarà la Magistratura a far luce.

Intanto, nella Locride la protesta dei sindaci e dei cittadini continua. «Ci sono tanti procedimenti giudiziari aperti sulla base delle denunce di familiari di persone decedute a causa dei disservizi dell'ospedale», afferma ai nostri microfoni il sindaco di Locri Giovanni Calabrese, in occasione del Sanità Day "La giornata dell'Indignazione", la manifestazione organizzata per chiedere "Giustizia per l'ospedale della Locride" e per i cittadini ai quali, afferma, «Continua da anni a non essere garantito il diritto alla salute».

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