Reggio, l'Associazione 'La Cosa Pubblica': "Falcomatà dia segno di discontinuità rispetto al passato"

"Abbiamo sempre criticato con durezza la pessima legge elettorale per l'elezione del sindaco e i suoi effetti nefasti. Fra questi, la proliferazione di liste spesso infarcite di transfughi e voltagabbana e sovente formate mediante sistemi clientelari, che hanno immiserito la qualità politica e morale della vita pubblica cittadina, dietro la giustificazione che "conta anche un solo voto in più".

Altro effetto è quello del falso aut aut, specie in caso di ballottaggio, che spinge l'elettore a scegliere non il progetto politico più confacente alle esigenze della città, ma il candidato ritenuto meno "pernicioso" all'interno di una alternativa in realtà fallace.

Come è noto, in questi anni ci siamo impegnati a tenere desta l'attenzione dell'opinione pubblica sull'asfissiante consociativismo tra centrodestra e centrosinistra imperante in città. Esso si è manifestato nella assoluta continuità delle scelte di fondo (affidamenti a privati, gestione di parte dei servizi mediante società in house, comune difesa del predissesto per evitare la dichiarazione di dissesto, perdurante mancanza di trasparenza nei bilanci) ed attraverso una impalpabile attività consiliare della minoranza, la cui rinuncia al controllo sugli atti dell'amministrazione in carica si è tradotta, nella pratica, in una collaborazione che rimane plasmata in decine di delibere approvate in pochi minuti, senza dibattito e con la minoranza spesso silente e compiacente, specie in materia di bilancio.

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Oggi la città è chiamata a scegliere fra due candidati appartenenti agli schieramenti che hanno dato vita, finora, al consociativismo citato.

È per noi naturale respingere il più possibile ai margini la destra portatrice di valori contrari alla solidarietà e alla giustizia sociale, che nella nostra città ha prodotto il disastro delle passate gestioni, con la complicità dell'allora minoranza di centrosinistra. Anche per questo abbiamo duramente criticato la scelta di Falcomatà di infarcire, nel 2014, le proprie liste di reduci di quelle esperienze amministrative, nonché di nominare in posti di sottogoverno, da sindaco (vedi c.d.a. delle società di servizi comunali o nomine di staff), personaggi che avevano svolto analoghe funzioni con Scopelliti o Arena.

Quindi, perché l'aut aut imposto dalla legge elettorale non rimanga un falso dilemma da rifiutare in toto, riteniamo necessario che, da parte di chi afferma di ispirarsi ai valori del cambiamento e del progressismo sociale, arrivino chiari, segnali di concreta differenziazione.

Non abbiamo partecipato alla recente vicenda elettorale e continuiamo ad essere estranei e alternativi all'esperienza amministrativa degli ultimi sei anni e alla proposta di un secondo tempo. Ci sentiamo impegnati a difendere i valori della solidarietà, dell'uguaglianza, della trasparenza amministrativa e della tutela del lavoro, ma il richiamo a questi valori non può essere strumentale alla ricerca di un consenso volto al mero esercizio di un potere fine a sé stesso che smentisce quotidianamente proprio quei principi.

Abbiamo condotto una dura battaglia per la ripubblicizzazione dei servizi mediante Aziende Speciali contro i costosi e inefficienti affidamenti a privati, ma anche contro lo strumento clientelare delle Società in house, utilizzate sia dalla destra che dalla sinistra calabrese e reggina per collocare propri uomini e piegate, di volta in volta al potere politico di turno.

Ennesima prova di quanto affermiamo è il recente rinnovo delle cariche direttive nella società in house Hermes, con la nomina di una terna di professionisti legati a doppio filo con la politica (due di essi persino candidati con Falcomatà nel 2014). Ebbene, uno dei freschi nominati è stato addirittura fra i promotori e i presentatori di una delle liste elettorali a sostegno dell'attuale sindaco.

Riteniamo che non siano questi i comportamenti che i cittadini desiderosi di trasparenza si attendono, così come consideriamo un pessimo segnale il fatto che la giunta abbia deliberato il 14 settembre, a ridosso del voto, l'assunzione a tempo indeterminato di ben 49 unità attingendo a graduatorie di altri Enti sparsi per l'Italia: realizzare assunzioni in piena campagna elettorale è, a nostro avviso, un comportamento esecrabile, da qualsiasi schieramento politico provenga; ancor più grave è che a un tale numero di assunzioni, in un territorio afflitto dalla mancanza di lavoro, non corrisponda un trasparente concorso pubblico che offra a tutti i reggini la possibilità di fare valere le proprie capacità e di realizzare le proprie aspirazioni.

Se davvero, quindi, è reale l'alternativa fra centrodestra e centrosinistra, il Sindaco attuale dovrebbe assumere posizioni chiare di discontinuità sulla gestione dei servizi impegnandosi alla modifica della natura giuridica delle società in house, trasformandole in Aziende Speciali per chiudere con i metodi clientelari e, quantomeno, annullare lo "schema di accordo per l'utilizzo di graduatorie di concorsi pubblici di altri enti" per le 49 figure richiamate indicendo immediatamente un vero e trasparente concorso. Analogamente, chiediamo un impegno ad applicare la legge regionale che prevede la stabilizzazione entro novembre degli Lsu-Lpu. Sarebbero certo solo rimedi dell'ultim'ora, ma potrebbero, almeno, dare il segnale di una presa di coscienza della necessità di operare diversamente rispetto al passato, in assenza del quale, per quanto ci riguarda, la scelta tra due mali la lasciamo agli appassionati del settore e dunque il ballottaggio sarà, pur nella libertà di coscienza di ciascuno, una sfida alla quale non ci sentiremo chiamati a contribuire promettendo, in cambio, continuità nella vigilanza e opposizione all'uno e all'altro schieramento".

E' quanto si legge in una nota dell'Associazione "La Cosa Pubblica".