Reggio, studenti in protesta il primo giorno di scuola: “Classi pollaio e pochi docenti, altro che rientro in sicurezza”

Oggi finalmente torneranno sui banchi anche gli studenti reggini, dopo i mesi di lockdown e il rinvio dell'apertura dei nostri istituti. Dopo mesi di didattica a distanza, durante i quali il governo aveva promesso il rientro in sicurezza, la situazione non è cambiata: troppe classi pollaio, bus affollati e pochi professori. Per questo anche a Reggio, come nei giorni passati in centinaia di scuole, sono già andate in scena proteste agli ingressi, per chiedere un rientro in sicurezza.

«All'appello mancano spazi e docenti, il rientro sicuro sbandierato da Azzolina non esiste» dichiara Davide Cannizzaro, responsabile locale del FGC «Non c'è distanziamento che tenga se ci sono classi pollaio e trasporti pubblici affollati. In sei mesi di tempo il governo non ha cambiato nulla, servivano spazi e assunzioni perché le mascherine e la ricreazione in classe non bastano. La didattica a distanza ha escluso migliaia di studenti dalle lezioni, per evitare che diventi la normalità bisogna garantire davvero sicurezza e diritto allo studio. Altrimenti a farne le spese sono sempre gli studenti dei quartieri popolari e delle periferie, i lavoratori e i precari della scuola su cui il governo fa solo propaganda».

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«Oggi gli studenti sono costretti a scegliere tra diritto allo studio e alla salute» conclude Cannizzaro «Siamo pronti allo sciopero, pretendiamo un rientro in sicurezza. In tutta Italia il FGC ha avviato un'inchiesta sul rientro a scuola, non permetteremo che la ripartenza delle lezioni avvenga sulla nostra pelle. Servono soldi alla scuola per garantire un'istruzione di qualità per tutti, la crisi legata alla pandemia non può diventare la scusa per nuovi tagli e attacchi ai diritti degli studenti e dei lavoratori».

Gli studenti annunciano una protesta per il 9 ottobre.