Pazzano indica 'La Strada': “Reggio va governata da persone libere contro masso-'ndrangheta e compari. Divisioni a sinistra? Ho detto dei no, non sono un guanto”

pazzano demagistrisdi Walter Alberio - Canterò le mie canzoni per la strada ed affronterò la vita a muso duro, con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro. Sono le note e le parole di Pierangelo Bertoli ad accompagnare Saverio Pazzano e Luigi De Magistris sul palco, davanti a una piazza Camagna gremita di gente, per l'ultimo scorcio di campagna elettorale.

Il sindaco di Napoli e fondatore di demA è tornato nella serata di ieri a Reggio Calabria, dopo l'apertura in piazza Duomo, per sostenere il candidato a sindaco e la sua coalizione formata da 'La Strada' e 'Riabitare Reggio'. Un progetto civico di sinistra, una sinistra 'arancione' che sogna di affrancare la città dal sistema dei grandi partiti e soprattutto dagli schieramenti tradizionali, così come fatto dall'ex magistrato in terra partenopea per due volte. Arancione come 'Tesoro Calabria' di Carlo Tansi, che nelle scorse ore ha ufficializzato il proprio sostegno a Pazzano: "Questa decisione - scrive il geologo a capo della formazione politica che ha ben figurato alle scorse Regionali - è scaturita dalla piena sintonia ideologica (...), accomunati non solo dal colore arancione – indicativo di una presa di distanza da quei partiti e movimenti che negli ultimi tempi stanno conoscendo una profonda crisi di valori e di credibilità – ma anche dalle linee programmatiche. Tansi e Tesoro Calabria sposano appieno il programma proposto da Pazzano per il cambiamento di una città tra le più belle d'Italia come Reggio, ma che negli ultimi decenni ha conosciuto un degrado sempre più profondo che - a causa di amministrazioni di destra e di sinistra spesso colluse con sistemi mafiosi - è sprofondata tra le ultime città d'Italia per qualità della vita".

Più 'antico', invece, l'endorsement di De Magistris. Nel suo intervento, il primo cittadino ha voluto evidenziare le ragioni che lo hanno portato a schierarsi, in riva allo Stretto, con Pazzano: "Abbiamo deciso con Saverio e tanti altri, donne e uomini del Sud, di metterci insieme, ma non perché siamo uguali, così come Reggio Calabria e Napoli sono diverse. Le nostre diversità - ha aggiunto - ci uniscono: voglio costruire un Sud fatto di dignità e autorevolezza; noi non andremo mai a Roma con il cappello in mano, non ci facciamo fare gli emendamenti su misura. I diritti si conquistano, non si comprano al mercato, perché se li compri al mercato c'è qualcuno che ti metterà il guinzaglio per sempre".

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Con un "centrosinistra tradizionale che in vent'anni – ha affermato De Magistris - non ha fatto niente di sinistra", Pazzano ha scelto di seguire la propria 'Strada', appunto, quella di un civismo di sinistra. Una scelta che non lo ha risparmiato, ancora adesso, dall'accusa di aver diviso il campo opposto a quello del centrodestra a trazione leghista: "Noi abbiamo unito, non abbiamo diviso. Abbiamo unito persone senza voce e persone che si sentivano periferie umane nelle periferie urbane. Ci accusano di aver diviso, perché abbiamo dovuto dire dei no. I no – ha spiegato il candidato – vanno detti in politica. Abbiamo messo solo due paletti: il contrasto alla masso-ndrangheta e l'antifascismo e, attorno a questi due pilastri, ci siamo riuniti e siamo diventati una famiglia. Due anni ci dicevano che non saremmo arrivati neanche alle elezioni. Ora siamo qua e hanno paura e fanno bene ad averne".

Né polo civico ad ogni costo né corazzate, "non abbiamo ceduto a nessuna sirena", ha spiegato Pazzano. "Non ci siamo legati, perché abbiamo a cuore la qualità delle persone che devono trasferire tutto questo all'interno del Consiglio comunale, mentre altri – ha sottolineato - hanno arraffato qualunque cosa, trincerandosi dietro il voto utile o dietro al fatto che non sono né di destra né di sinistra. Io sono di sinistra, ma parlo con tutti, perché la città è di tutti. Chi si rivolge a me sa però con chi sta parlando, non con un guanto che lo metti in una mano e si muove come vuoi".

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Poi un'altra stoccata proprio a quel centrosinistra tradizionale, che oggi ripropone il sindaco metropolitano alla guida della città: "Siamo stati gli unici ad alzare la voce quando Riace è stata stritolata dalle mani della Lega. Sono stato l'unico candidato ad aver alzato la voce contro la masso-'ndrangheta, perché – ha detto Pazzano - c'è una parte di città che è consegnata all'illegalità. Ma c'è un'altra grande parte di città che si sente isolata e alla quale vogliamo parlare".

Una questione, quella della lotta alle mafie e alla corruzione, completamente scomparsa dall'agenda nazionale, secondo De Magistris: "In questo Paese non ne parla più nessuno. La mafia più forte è quella che sta nella finanza, nell'economia, nella politica, e purtroppo anche nella magistratura e negli organi di controllo. Questo lo possono dire solo le persone libere. Le persone in lista con Pazzano sono libere, non hanno un prezzo e non appartengono a congreghe, mafie e lobby".

Nel comizio di piazza Camagna, l'aspirante sindaco ha parlato della sua idea di città "complessa e complessiva": una Reggio multicentrica e bandiera blu, capace di "recuperare il rapporto con l'ambiente", con la mobilità dolce e lo Stretto patrimonio Unesco, "non più ostaggio di apparati che promettono di prendere milioni su milioni per fare un ponte che non si farà mai". In questa direzione, "le risorse del Recovery Fund vanno usate per l'ambiente, per la salute, per la mobilità, per riportare i diritti e le persone al centro, non per il ponte come credono di fare gli schieramenti di centrosinistra e centrodestra. Su questo faremo una battaglia profonda", ha evidenziato il candidato de 'La Strada'.

L'appello finale è per il 'popolo degli astenuti', parte consistente di un elettorato che preferisce non scegliere: "Abbiamo trovato molta rassegnazione in migliaia persone. A chi si astiene – ha affermato Pazzano - dobbiamo dire che non è giusto consegnare la città ai potentati e ai compromessi di entrambi gli schieramenti. La logica del meno peggio ci ha portato a questo risultato. Dobbiamo dimostrare che le persone libere ce la possono fare, perché sono la maggioranza. E questa città – ha continuato - va governata da persone libere, pulite e competenti, non dai parenti, non dai compari o da chi 'vi ha fatto il favore'. Loro saranno, dopo il 20 e 21 settembre, la condanna per Reggio Calabria, come lo sono da vent'anni".

Infine, una promessa: "Dopo le elezioni continueremo a girare casa per casa, perché quello che vogliamo è scuotere questa città dalle fondamenta".