Reggio e il debito, M5S contro tutti. Foti: “Falcomatà mistifica la realtà, dagli altri candidati silenzio rumoroso”

foti fabio"Una conferenza stampa, quella tenuta dal sindaco Falcomatà e dall'assessore Calabrò, dal chiaro sapore strumentale elettorale ed infarcita di insopportabili contenuti propagandistici finalizzati a far percepire a quel residuo di elettorato che ancora crede alle favole la improbabile primogenitura monocolore dedicata pieddina del provvedimento governativo di agosto". Ad affermarlo è il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, Fabio Foti, in merito alla conferenza stampa dell'amministrazione Falcomatà sulla "cancellazione del debito" del Comune di Reggio Calabria.

Secondo Foti, il sindaco uscente ha detto "due bugie in una: perché da una parte si tratta di un provvedimento fortemente marchiato Laura Castelli, la deputata del Movimento 5 Stelle e viceministro dell'economia e delle finanze, che da oltre un anno e mezzo (quindi Conte I e Conte II, giusto per chiarire come stanno effettivamente le cose) ha lavorato, con assoluta onestà intellettuale e rigore istituzionale, al progetto di salvaguardia della vita della nostra comunità. Dall'altra, è palese a molti (ma, evidentemente, non a tutti) che l'art. 40 del decreto di agosto ("Sostegno agli enti in deficit strutturale") rappresenta la misura economica (ora che finalmente i fondi sono stati individuati) che completa un percorso virtuoso - rivolto a tutti gli enti italiani in palese difficoltà economica - del quale il Movimento 5 Stelle, accuratamente mai citato dal primo cittadino nella messinscena autocelebrativa mattutina a conferma della malafede che ha sottinteso lo squallido teatrino allestito, è stato il principale - se non l'assoluto - artefice con un facilmente verificabile lavoro qualitativo dietro le quinte.

Ma si sa, in questo periodo di vacche magre elettorali per il nostro Giuseppe, accaparrarsi meriti inesistenti val bene una messa. Che però è finita. Che la giunta vada in pace".

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Nel mirino del candidato pentastellato ci sono anche gli altri competitor nella corsa a Palazzo San Giorgio. Foti parla, infatti, di "rumoroso silenzio (mai ossimoro fu più calzante) che ha contraddistinto la giornata elettorale di Saverio Pazzano, Klaus Davi ed Antonino Minicuci, ovvero i tre principali antagonisti percentuali dell'attuale sindaco".

Sul candidato di sinistra de "La Strada", Saverio Pazzano, Foti afferma: "Tra un comizio dell'amore ed un utilizzo del megafono ci sarebbe stata bene una nota critica da parte dell'ufficio stampa del collettivo La Strada sulle mistificazioni di ieri. Invece nulla. Come se i falsi contenuti della conferenza fossero state velature invisibili poggiate sulle guance degli ignari cittadini, gli stessi che Saverio Pazzano afferma di voler tutelare in ogni modo restituendo a tutti la possibilità di riabitare Reggio. Bene, per il momento, sarebbe il caso di restituire al suo gruppo un po' di dignità politica attaccando l'avversario politico con forza e determinazione. O forse, a sinistra, queste cose non si fanno?

Foti ne ha anche per l'outsider della competizione, il massmediologo Klaus Davi: "Tra un incontro di quartiere ed una interlocuzione con turisti napoletani ci saremmo aspettati dal paladino anti-'ndrangheta e consigliere di San Luca una precisa presa di posizione contro il fallocco accaparramento di meriti da parte del massimo rappresentante della nostra comunità. Ma, anche in quello caso, il nulla ben amalgamato con il niente. Troppo tecnico e faticoso scendere nei particolari. Poco mediatico parlare di freddi numeri. Non da massmediologo interessarsi della bozza di un decreto governativo. Poco strategico spendere tempo per un argomento che non appassiona nessuno. In effetti, usando le sue parole "Reggio merita il meglio". Sì, merita come sindaco qualcuno meglio di lui".

Infine, il candidato dei cinquestelle punta il dito contro Minicuci: "Tra un boicottaggio interno ed una mancata spiegazione su tutto (compresa la sua discesa in campo) il candidato del centrodestra sarebbe stato il primo a dover scrivere una nota tecnica sulla vicenda, in questo privilegiato sia dal suo background culturale ultratrentennale che dalla possibilità di accedere ad atti governativi interni vista la sua vicinanza a rilevanti esponenti parlamentari della Lega. Invece non argomentare in modo chiaro è stata, come ormai siamo abituati, la scelta operata. Il motivo? Facciamo fatica a comprenderlo. Forse si tratta solo di disinteresse alla battaglia per difendere la verità, i propri cittadini, il nostro orgoglio ferito. Oppure, semplicemente, trattasi di irrilevanza politica. Basta prenderne atto. Una volta per tutte".