‘Breakfast’, la difesa di Scajola chiede l’assoluzione: “Non ha aiutato Matacena”

scajola lombardoL'assoluzione "perché il fatto non sussiste" dell'ex ministro Claudio Scajola e' stata chiesta dal suo legale, l'avv. Elisabetta Busuito, a conclusione della sua arringa davanti ai giudici del Tribunale di Reggio Calabria, dove l'attuale sindaco di Imperia e' imputato di procurata inosservanza della pena in favore di Amedeo Matacena, ex deputato di Forza Italia, latitante in Dubai dopo una condanna definitiva a tre anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Nei confronti di Scajola, il pm, il procuratore aggiunto della Dda reggina Giuseppe Lombardo, ha chiesto la condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione. Secondo l'avv. Busuito, Scajola "non avrebbe mai operato" per aiutare Matacena a sottrarsi alla legge attraverso una rete di fiancheggiatori nel tentativo di fargli raggiungere Beirut dopo la permanenza a Dubai, di cui farebbero parte, oltre Scajola, la moglie dell'ex parlamentare, Chiara Rizzo, e gli ex dipendenti dei Matacena, Martino Politi e Maria Grazia Fiordelisi, anche loro imputati nel processo, denominato "Breakfast".

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Nella vicenda e' risultato anche coinvolto l'uomo d'affari originario di Catanzaro Vincenzo Speziali, da tempo residente in Libano e sposato con una nipote del capo della fazione cristiano-maronita Amin Gemayel, che ha gia' patteggiato una pena ad un anno di reclusione, ritenuto dall'accusa come un personaggio in grado di garantire la permanenza in Libano di Matacena. L'ex ministro dell'Interno aveva sempre affermato di "essersi solo informato" della possibilita' di una richiesta di asilo politico in favore di Matacena attraverso i canali ufficiali, ma senza alcun risultato. Il processo riprendera' lunedi' prossimo, giorno in cui interverranno i difensori degli altri imputati. La sentenza e' prevista entro la prima meta' del prossimo mese di gennaio.