Caso Lucano, la Fiamma Tricolore: “Mantenere alta l’attenzione su Riace per evitare tentativo di screditare il processo”

"Sono passati tredici lunghi anni da quando per la prima volta denunciammo pubblicamente le prime anomalie del sistema Riace.

Una battaglia, spesso apparsa impopolare e controcorrente, condotta in prima persona dal responsabile della Fiamma Tricolore Claudio Belcastro e dalla segreteria provinciale del tempo durata oltre un decennio e culminata nella manifestazione di piazza del luglio 2018 a Riace in un clima di alta tensione creato ad hoc da quei media amici del Lucano al fine di intimorirci per impedire di manifestare.

Peccato! Chi pensava ci arrendessimo non ha fatto i conti con il fatto che alla paura dell'impopolarità e della mancanza di consenso abbiamo sempre messo davanti la legalità e la verità.

Oggi ci sentiamo di richiamare tutti all'appello affinchè si tenga alta l'attenzione su Riace e sulla vicenda giudiziaria che la vede protagonista. Da troppe parti infatti si alzano quotidianamente nebbie che vorrebbero far finire in una bolla di sapone la questione.

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Fin dall'inizio dell'attività investigativa ai capi di accusa dei magistrati, via via sempre più gravi, si contrapponevano ridicole candidature al premio Nobel, comparsate in tv, lezioni all'università, mobilitazioni.

Con il proseguire delle indagini le irregolarità, le porcherie da sempre da noi denunciate, sono venute e stanno venendo pian piano alla luce facendo cosi ingigantire sempre più l'ambito dell'inchiesta nonostante da mesi ormai molti media, associazioni, personaggi famosi cercano di minimizzare le colpe di Lucano ad un ormai abusato "reato di umanità".

Quello di Riace, lo ribandiamo ancora una volta, era un sistema marcio dalla testa ai piedi messo in piedi da un sindaco che pensava di essere al di sopra della legge, come un feudatario che gestisce il suo feudo e che risponde solo a se stesso delle sue azioni.

Invitiamo coloro che parlano di reato di umanità ad andare a vedere dove i richiedenti asilo erano accolti, vadano a vedere di chi erano gli immobili in cui venivano ospitati, controllino le condizioni igienico-sanitarie ed il canone applicato.

Chi parla di quella fesseria chiamata "reato di umanità" vada a controllare i conti delle associazioni, coloro che vi erano assunti e quelli che effettivamente vi lavoravano.

Vogliamo poi parlare della finta moneta messa in circolo a Riace? Buoni spendibili solo nei negozi degli amici di Lucano e beni di prima necessità che venivano fatti pagare il doppio del loro prezzo ai migranti.

Fatti questi che hanno generato diverse proteste proprio da parte

Reato di umanità? Noi li chiamiamo reati di meschinità, schiavismo vero e proprio! Becero accattonaggio di miserabili rubagalline di provincia! Altro che "missione di umanità" come definita dallo stesso Lucano.

In questi anni si è millantato di un'accoglienza che ha generato posti di lavoro (non parliamo di quelli degli "amici) per i migranti, botteghe, attività artigiane, aziende agricole etc. E invece? E invece proprio un bel nulla. Una piccola botteguccia aperta in occasione di qualche visita importante con 4 immigrati messi a fare i figuranti come fossimo a Hollywood.

Ed oggi ancora una volta siamo costretti a leggere articoli di chi tenta di screditare le indagini, di far passare Lucano per una vittima definendo "fumoso" il processo. Non si illudano tali signori! Ancora una volta non si illuda chi crede la Fiamma Tricolore possa abbassare la guardia: il tempo ci sarà ancora una volta galantuomo". Lo afferma una nota divulgata da Giuseppe Minnella, dell'ufficio stampa della Fiamma Tricolore di Reggio Calabria.