Condemi: "La Reggina mi ha fatto diventare uomo, ripartirò dalla C o dalla D"

condemi500di Paolo Ficara - Il calcio ti dà gioia, ti fa soffrire, a volte ti aspetta. Per Marco Condemi, la pausa di riflessione è durata anche troppo. Il centrocampista di qualità, rimasto svincolato dopo la mancata iscrizione della Reggina, ha voglia di ripartire dopo un anno di inattività. In questa intervista concessa al Dispaccio, esterna solo una parte delle sensazioni e vicissitudini attraversate nell'ultimo periodo. C'è parecchio da lasciare alle spalle, ma c'è anche orgoglio per il passato tutto in amaranto.

"Il calcio mi manca tanto – afferma il classe '95 – I pomeriggi dedicati agli allenamenti, adesso li trascorro a casa o in palestra. La mia passione è questa, oltre ad essere un lavoro. Nell'ultima stagione non ho giocato sia per problemi al ginocchio, sia per colpa mia. Volevo rimanere a Reggio e farmi vedere qui, ma non ho avuto l'opportunità sia per l'allenatore che per la società".

Al giovane Condemi chiediamo che idea si sia fatto su tutto quello che è successo ultimamente a Reggio, in ambito calcistico: "La Serie D non è una categoria adatta. Si è scesi in basso, dopo tanti anni di gioie e dolori. Bisogna tornare dove si merita".

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Il centrocampista di Gioia Tauro aveva trovato spazio nell'ultima stagione della Reggina in B, a retrocessione ormai aritmeticamente avvenuta. Difficile non chiedergli delle accuse di combine relative alla gara di Avellino: "Non è questo il calcio che vogliamo. Anzi, non userei nemmeno la parola calcio. Da quel che ho visto io in quelle settimane, ci siamo allenati sempre al massimo pur essendo retrocessi. Alcuni di noi dovevano dimostrare qualcosa. Non credo che un giocatore possa fare cose del genere, come vendersi una partita. Non si risolve niente. Si fanno solo brutte figure, e se la cosa esce fuori sei un fallito, un perdente. Non credo siano avvenute queste cose, ma ormai a Reggio tutto è possibile".

L'Avellino è proprio tra le società ad essersi interessate a far tornare in pista Marco Condemi: "Col mister Toscano ci conosciamo, ci siamo sentiti a livello di amicizia. Non abbiamo mai parlato di fatti concreti. Per me è uno dei grandi allenatori del torneo cadetto. Ha grinta, sa parlare ai giocatori, sa mettere la squadra in campo. Di calcio ne capisce, per un giocatore il mister è importante. Lo stimo molto".

In categorie come Lega Pro e Serie D, lo spazio per i giovani è dettato ormai solo dalle regole federali e non da reali convinzioni sui mezzi tecnici: "Mi sento di poter ripartire dalla Serie D, massimo dalla Serie C. Sono stato fermo un anno. Ancora non so dove andrò, se ne sta occupando il mio agente Gianfranco Cicchetti. Per me conta giocare, a prescindere dalla categoria. Il campo serve per dimostrare".

Condemi faceva parte di un bel gruppo, qualche anno fa, nella Reggina Primavera: "Ci sentiamo un po' tutti: Caruso, Salandria, Cianci, Benenati, Porcino. Siamo rimasti sempre in contatto. Reggio è casa mia, sono legato alla maglia. Sto là sin dalla categoria Pulcini. Al Sant'Agata c'è sempre stato il clima ideale per i giovani. Ti insegnano il rispetto delle regole e per l'avversario. Mi hanno diventare prima uomo e poi calciatore. Non ho un bel ricordo degli ultimi anni, ma per poche persone non è giusto puntare il dito su tutti – afferma Marco Condemi, riferendosi al salto in prima squadra - Giacchetta ha creduto in me, ma devo ringraziare anche la grande famiglia composta dalla segretaria Titti Fazzari, dal dottore e dai terapisti".

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