È stato assolto in appello l’ex assessore ed ex consigliere comunale di Reggio Calabria Dominique Giovanni Suraci, condannato in primo grado, nel 2018, a 12 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Per lo stesso reato la Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria ha assolto anche l’imprenditore Giuseppe Crocé, che in primo grado era stato condannato ad 8 anni e 6 mesi. Suraci e Crocè erano imputati nel processo denominato “Sistema-Assenzio”, scaturito da un’inchiesta della Dda di Reggio Calabria dalla quale era emerso che Suraci, difeso dagli avvocati Andrea Alvaro e Francesco Albanese, sarebbe stato la “mente” di un sistema affaristico che in breve tempo lo avrebbe portato, grazie a presunti accordi con la cosca Tegano della ‘ndrangheta, ad aprire e gestire numerosi supermercati in tutto il territorio reggino. I giudici d’appello hanno inoltre dichiarato prescritti gli altri due capi di imputazione contestati all’ex consigliere comunale, in base ai quali era accusato di associazione per delinquere semplice e di alcuni reati fallimentari.
Inoltre, è stato assolto, con la formula “perché il fatto non sussiste” l’imprenditore
Giuseppe CROCE’, difeso dagli avv. Francesco Albanese e Maurizio Punturieri, dal reato diconcorso esterno in associazione mafiosa. La vicenda, in cui si sono intrecciati vari e successivi altri procedimenti, era cominciata nel lontano 2012 allorchè Crocè (unitamente ad altri) era stato sottoposto a misura custodiale.
Nel corso di questi anni, proprio sul presupposto dei fatti accertati dalla sentenza di primo grado, le Società di Crocè erano state confiscate (nonostante un annullamento della Corte
di Cassazione). Crocè era un imprenditore molto noto in città e provincia perché titolare, con i figli, di molti supermercati affiliati ad un notissimo marchio nell’ambito della grande distribuzione nonché ad altri Store. Beni confiscati interamente e, di fatto, annullati, smembrati.
Oggi, le accuse che avevano originato le misure personali e la confisca di tutti i beni, sono state accertate come insussistenti.